Shahmaran è una serie turca ideata da Umur Turagay, approdata su Netflix il 10 gennaio di quest’anno, condensata in otto episodi. Ci ritroviamo a vivere una storia che profuma di fantasy ma con qualcosa in più, tanto tanto mystery. I protagonisti assoluti sono Şahsu (Serenay Sarıkaya) e Maran (Burak Deniz). Quest’ultimo conosciuto in Italia per la sua partecipazione nella serie Le fate ignoranti, al momento disponibile su Disney Plus.
È dall’origine del mondo che l’umanità tradisce ciò che ama. E noi stiamo a guardare. In attesa che tu capisca. Perché il mondo non è tuo, umano. Migliaia di anni fa la Regina dei serpenti disse: “Tu, umano! Non amarmi mai!”. Ma l’umano non ascoltò. Si innamorò di Shahmaran e si fece amare da lei. Poi uccise il suo amore. Rimase solo il suo rimorso infinito. E una serie di domande senza risposta: Il mondo prospera senza l’uomo? L’umanità non fa che distruggere e tradire? O c’è qualche speranza per noi? Abbiamo commesso un errore. Poi ce ne siamo dimenticati. Ma alcuni lo sentono ancora. Perciò non appartengono a questo mondo, sono degli estranei. Ciò che provano è “tormento eterno”.
Così, con questo prologo inizia l’avventura, per noi, nell’affascinante mitologia che porta dentro di sé varie versioni, dall’Anatolia, alla Persia fino ad arrivare alla Turchia.
Şahsu, ancora incapace di riprendersi dalla morte della madre o, meglio, dei disturbi che la donna manifestava e per cui è deceduta, cerca di distrarsi andando a Adana per tenere una conferenza, onestamente non mi ricordo cosa insegna, ma credo non interessi a nessuno, e proprio qui vive il nonno, che aveva abbandonato sua madre da bambina, senza nessuna ragione apparente. Incredibilmente (davvero?) le viene offerta una cattedra e per una serie di circostanze (o destino?) si ritrova a vivere proprio nella casa di questo nonno così taciturno quanto a lei estraneo.
Presto facciamo la conoscenza anche dei vicini di casa del suddetto parente, Maran e la sua famiglia, che a un primo impatto sembrano davvero strani, anche a un secondo sguardo se devo essere sincera.
Shahmaran è una serie particolare: le sue atmosfere cupe dal sapore biblico e la colonna sonora, fatta non solo di musica ma anche di suoni, rumori, voci e sospiri, aiuta sicuramente a stimolare la curiosità verso qualcosa di cui non capiamo molto, si continua a nominare una profezia, che Şahsu è la prescelta, ma per cosa, anche Maran sembra essere importante, anzi fondamentale.
Non tutto risulta limpido inizialmente, la narrazione si srotola piano piano durante le puntate, di nuovo torniamo alla profezia, Maran e Şahsu devono unirsi, il destino vuole questo, ma loro? Lui cerca in tutti i modi di mantenere le distanze, si forma addirittura un triangolo, ci sono fazioni opposte, chi crede che l’unione dei due ragazzi riporterà sulla terra Shahmaran e chi invece non vuole perché preferisce che a tornare sia la sorella: Lilith. Ora, io che ho guardato tutte le serie tv che parlano di tale argomento, da Lucifer, passando per Supernatural e finendo con Shadowhunter, una cosa la so, Lilith non è cosa buona e giusta.
Continuiamo a non capire una mazza, ma è come una droga: un episodio tira l’altro fino ad arrivare al finale dove finalmente tutto ci sarà svelato. Certo, qualcosa avevamo intuito, altro no, non è una grande sorpresa, quello che ci lascia stupefatti è il cliffhanger con cui si chiude, avevamo capito tutto? No, la storia che ci è stata raccontata non era la verità e allora? Cosa accadrà adesso? Non ci resta che aspettare la seconda stagione, sperando non sia tra tre anni.
Mi è piaciuta? Ni.
Certo la storia mitologica della Regina metà donna e metà serpente è intrigante, non è ben chiaro il ruolo di Maran, lui ha il marchio, ma esattamente a che serve? Se quello che sappiamo è falso, non so, ho qualche dubbio che i due sfortunati amanti avranno il loro happy ending.
Oh, comunque ho trovato anche dei difetti 😉
Le vicende sono indubbiamente contorte tanto da lasciarti con la voglia di sapere cosa accade, ma proprio questo le rende a tratti pesanti e noiose, soprattutto perché già dall’inizio tutto ci viene raccontato come se noi sapessimo di cosa stiamo parlando, personalmente ignoravo un tale mito. I personaggi secondari vengono abbandonati ai margini dello schermo, mentre invece avrebbero molto da dire e anche la love story che esplode così impetuosa sa di falso, si passa dal “non esiste, non ti voglio” al ti amo in una manciata di minuti, ok, sono predestinati e bla bla bla, ma anche meno.
E vogliamo parlare del nonno? Il protagonista assoluto della storia bistrattato ai massimi livelli. Morale? Storia carina, da guardare per passare un pomeriggio, avrebbe potuto e dovuto dare molto di più, il potenziale c’era tutto, ma si sa, la Turchia e i fantasy non sono proprio come il cacio sui maccheroni!
Da vedere se piace il genere, ma senza troppe aspettative, tranne se proprio devo scadere sul triviale, per l’aspetto fisico dei protagonisti che sono sicura non lasceranno scontenti i maschietti, né tantomeno le femminucce. Buona visione!
Se siete curiosi ma indecisi vi lascio il trailer.
Che dire di me? Amo più le serie TV dei film, perché? I film durano pochi minuti, i telefilm ti danno la possibilità di conoscere i personaggi fino a considerarli amici. Sono impacciata, sfigata e decisamente il mio angelo custode è partito per Bora Bora e lì è rimasto. Mi piacciono quasi tutti i generi, ultimamente ho scoperto che la Turchia è la terra dei sogni, ma... il primo amore restano gli States. Comunque, nel dubbio, il mio gatto da ottimi consigli su cosa guardare oppure no, animale saggio!