Vi piacciono i medical drama e dopo le prime stagioni di Grey’s Anatomy e la chiusura di The Resident avete voglia di vederne uno ben fatto?
Allora dovete assolutamente recuperare la serie coreana Hospital Playlist, andata in onda tra il 2020 e il 2021, composta da due stagioni da 12 episodi ciascuna e disponibile su Netflix sottotitolata.
Scritta da Lee Woo-jung e diretta da Shin Won-ho, è il secondo capitolo di Wise Life, dopo Prison Playbook (2017-2018), con la quale però non ha alcun collegamento narrativo.
Segue le vicende, sia lavorative che personali, di cinque straordinari chirurghi sulla quarantina, amici sin dai tempi universitari e tutti amanti della musica che si ritrovano a lavorare nello stesso ospedale.
Lee Ik-jun (Jo Jung-suk di Il re e la spia), professore di chirurgia generale specializzato in trapianti di fegato, è il mattatore del gruppo, simpatico, trascinatore, super espansivo, tenerissimo padre single di Woo-joo (Kim Joon), nelle prime puntate divorzia dalla moglie assente.
Ahn Jeong-won (Yoo Yeon-seok) è il figlio del fondatore dell’ospedale e professore di chirurgia pediatrica, solare e dolcissimo, amatissimo dai suoi piccoli pazienti. Ha anche una grande fede e progetta segretamente di diventare prete contro il volere di sua madre, Jung Ro-sa (una monumentale Kim Hae-sook).
Kim Jun-wan (Jung Kyung-ho) è un chirurgo cardiotoracico, sembra algido, ma in realtà è ultrasensibile e dotato di grandissima umanità. Vive con Ahn Jeong-won, ma è molto amico fin dall’infanzia di Ik-jun e della sua vivace sorella Ik-sun (Kwak Sun-young).
Yang Seok-hyeong (Kim Dae-myung) è il più bizzarro, un assistente professore di ostetricia e ginecologia, considerato come distante e distaccato a causa della sua personalità introversa, ma in realtà è attento e comprensivo. È divorziato e ha un rapporto viscerale con una madre a dir poco insopportabile. Il personaggio che si evolve di più durante lo show e che sono sicura adorerete.
L’unica donna, la timida Chae Song-hwa (Jeon Mi-do), è una professoressa di neurochirurgia, rigorosa nel lavoro e ottimo mentore per i suoi specializzandi.

I cinque sono il ritratto del medico perfetto, forse fin troppo, preparati, talentuosi e con una grande attenzione alla persona del paziente.
Le loro vite e la loro relazione sono scandite dalle canzoni che suonano e cantano ogni fine settimana, danno vita infatti a una band che non si esibisce davanti al pubblico, ma che permette loro di ritrovarsi e godere della loro passione comune, oltre a quella per il cibo, veramente abbondante in questa serie.
Oltre ai casi clinici e alla vita quotidiana tra le corsie, che offrono uno spaccato realistico della sanità universitaria di un grande policlinico di Seoul, ci vengono raccontate le loro vicende personali, i loro amori, ma soprattutto la loro grande amicizia, sincera, disinteressata e profondissima.
La serie è molto curata, ci sono dialoghi profondi, scene emozionanti, storie romantiche e grandi dolori che sono capaci di coinvolgere lo spettatore intensamente.
I temi della malattia e delle grandi responsabilità che devono assumersi sono ben mitigati tuttavia dalla leggerezza che ci offrono i loro scambi, dall’approccio scherzoso che hanno durante i loro momenti di pausa in cui si prendono in giro come se fossero ancora ragazzi. Ci sono sempre l’uno per l’altro, ma si divertono molto insieme e non solo quando fanno musica, anche nell’intervallo tra gli estenuanti interventi chirurgici ai quali partecipano
A interessare lo spettatore sono anche i personaggi minori, come Do Jae-hak, l’assistente del cardiochirurgo, dolce e generoso, la solare specializzanda Min-ha della ginecologia, la seriosa specializzanda di Chirurgia Jang Gyeo-Wool, la mamma del chirurgo pediatrico Ro-sa, nonché lo stuolo degli specializzandi e dei tirocinanti, alle prese con le loro fatiche, paure e crescita professionale.
Molto spazio viene dato non solo ai casi dei pazienti, ma anche alle reazioni degli ammalati e dei loro familiari, ponendo l’attenzione su come la cura della malattia passi assolutamente anche attraverso il dialogo e la fiducia con il medico.
Certo il policlinico Yulje è fin troppo perfetto, i medici sembrano instancabili e continuamente reperibili e questo a me che conosco bene la sanità italiana ha fatto un po’ sorridere, ma mi sono riconosciuta nella loro grande passione e mi piace pensare che è così che chi ha scelto il nostro lavoro dovrebbe vivere.
Oltre a questi elementi, direi oggettivi, c’è un altro motivo per cui mi è piaciuta moltissimo questa serie: Jo Jung-suk.
Mi sono innamorata di lui con Il re e la spia e volevo assolutamente vederlo in un altro ruolo. Direi che se possibile nella divisa chirurgica mi ha ammaliato ancora di più rispetto agli abiti di Joseon, il suo personaggio è spettacolare e lui un attore perfetto, capace di passare da scene esilaranti a dialoghi introspettivi e seri con una facilità disarmante.

Nonostante il mio preferito, la menzione d’onore va a tutti e cinque i protagonisti che, oltre che recitare, hanno anche suonato e cantato tutta la colonna sonora della serie.
Un paio di loro ha un passato come musicisti, ma altri hanno dovuto imparare apposta per questo ruolo e direi che se la sono cavata alla grande.
Cosa aspettate allora? Vi disturba la presenza di 24 episodi? Non preoccupatevi, anche se sono lunghi li divorerete.
Nonostante la prima stagione sia a mio avviso meglio riuscita, la seconda è necessaria per raccontare il maturare di alcune story line e se anche dovesse essercene una terza, come si vocifera, sono sicura che non stancherebbe, se la qualità fosse mantenuta.
Vi lascio con il trailer
Buona visione!


Gli storici sono la mia passione, mi piacerebbe catapultarmi durante la Reggenza tra balli e corteggiamenti. Amo gli amori contrastati e sono una sentimentale... mi commuovo pure per le pubblicità. L'altra mia passione è Grey's Anatomy che seguo dalla prima puntata anche se il mio personaggio preferito è morto nell'undicesima stagione... 😡