Una trama strepitosa e un sovraccarico di violenza: credevo che la prima stagione fosse eccellente, ma non ero pronta a un ritorno così solido.
Nulla è sottile. Reacher è una bomba a orologeria umana e non esita a usare la forza per risolvere le situazioni: un impulso che lo spettatore vede unicamente in positivo. Nella scena iniziale, ad esempio, salva un bambino da un furto d’auto rompendo il finestrino anteriore e trascinando fuori il rapitore. E se il malvivente lo avesse visto arrivare e avesse sparato al ragazzo? Non ci interessa. In questo mondo, tutto ruota attorno a Reacher: lui arriva sempre al suo uomo e nessun innocente viene mai ferito accidentalmente.
Non far ridere per sbaglio è bello
Di nuovo, dimentichiamoci a calci e manate il ridicolo Jack Reacher di Tom Criuse, che lo ha interpretato in due film vivaci ma involontariamente esilaranti; l’adattamento di Prime dei best-seller di Lee Child cancella quasi tutti i ricordi degli insignificanti film di Cruise. Alan Ritchson è perfetto come armadio solitario, felice di lasciare che siano i suoi colpi a parlare per lui: è sottile come un pugno in bocca. Il protagonista ha un approccio così autorevole al personaggio che è difficile non lasciarsi trasportare. Il Reacher di Prime è grande, molto intelligente e molto divertente.
L’azione inizia con il nostro eroe che fa quello che fa sempre: addentrarsi in una cittadina sconosciuta degli Stati Uniti, e picchiare cattivi a caso (ad esempio quel ladro d’auto); poi arriva un segnale di soccorso da parte di un ex collega dell’esercito. Qualcuno sta eliminando i membri della loro vecchia squadra e Frances Neagley vuole che Jack voli a New York per aiutarla a svelare il mistero. Nelle ore successive, la storia si svolge a un ritmo piacevole e allo stesso tempo tremendamente intenso. Ci sono flashback del periodo trascorso da Reacher e Neagley con l’unità investigativa speciale 110: un capitolo felice in cui litigavano con truppe rivali, cantavano canzoni di Elton John e bevevano birra attorno al fuoco.
Nel presente, ci sono assassini spietati, oscure figure militari e molte domande.
Un eroe involontario
Reacher è un personaggio libero da tutte le pressioni e le responsabilità che molti affrontano ogni giorno. Non ha moglie, partner fissa, figli o famiglia, nemmeno un mutuo, l’affitto o un lavoro a tempo pieno. Vive una vita nomade andando dove vuole, facendo ciò che vuole, finanziato dalla sua pensione militare e dalla gentilezza degli estranei.
È un eroe abbastanza perspicace da individuare un’auto che lo seguiva per giorni, abbastanza corpulento da far scattare gli airbag del veicolo, calciando il paraurti e abbastanza feroce da tirare fuori l’autista dall’auto e picchiarlo: giù in pochi secondi… prima di scoprire che forse non era stata la mossa migliore.
C’è poco da fare: Reacher è una serie eccellente, la dimostrazione che non servono effetti folli per avere un prodotto di qualità. Bastano la giusta penna e il volto perfetto.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.