Accused è una serie tv statunitense creata dal co-ideatore di Homeland e produttore esecutivo di 24, Howard Gordon, basata sull’omonimo legal drama antologico britannico vincitore dell’International Emmy Award.
Ogni puntata è dedicata a un protagonista diverso che si trova alle prese con accuse molto pesanti e deve dimostrare la sua innocenza: nel primo episodio facciamo la conoscenza di Scott, medico chirurgo, che si trova alle prese con un figlio disturbato che potrebbe fare del male alle altre persone e il genitore vorrebbe evitarlo, poi, la storia di Ava, madre surrogata sordomuta che, nel momento in cui si rende conto che la figlia che ha partorito è in possibile pericolo, non esita a portarla via dalla famiglia adottante, in seguito, abbiamo seguito Danny, un adolescente che tutti considerano pazzo ma che, alla fine, non aveva tutti i torti a credere che la matrigna fosse un’arrampicatrice sociale senza scrupoli e, infine, Kendall, un onesto uomo di colore che, di fronte al fatto che un uomo bianco ha violentato sua figlia in un parco, non esiterà a ingarbugliarsi in una resa dei conti che lo porterà inevitabilmente alla rovina.
Storie ben scritte e molto avvincenti, che si suddividono tra i flashback narranti gli eventi e il presente, dove i protagonisti sono in tribunale, costretti a difendersi da accuse pesantissime.
Questo continuo passaggio tra eventi passati e presenti può causare confusione se mal gestito ma, in questa serie, la regia è perfetta e si ha sempre chiaro il punto della storia in cui si è, mantenendo sempre altissimo il cardiopalma con colpi di scena riusciti e destabilizzanti.
La mia storia preferita, per ora, è stata quella di Ava: una ragazza dolcissima, con una madre disfunzionale che decide di donare la vita per un’altra famiglia, salvo poi scoprire che, pur essendo solo una madre surrogata, l’amore per quella bambina è più forte di ogni cosa.
Possiamo dire che “Accused” è molto attuale poiché tratta temi scottanti come gli school shooter, la maternità surrogata, le malattie mentali e il dramma del razzismo in America e, facendo questo, non risulta mai pedante o fazioso.
Vengono sempre presi in considerazione più punti di vista e anche coloro che dovrebbero essere considerati i cattivi della storia non lo sono mai fino in fondo e, anzi, nascondono dei lati di luce molto forti (tranne la matrigna di Danny, quella è davvero insopportabile!).
Il primo sguardo a questa serie antologica, quindi, è molto positivo e, anzi, non vedo l’ora escano i prossimi episodi per scoprire nuove storie attuali della società americana (che potrebbero tranquillamente, almeno in parte, essere ribaltate anche in Europa).
Una società totalmente disfunzionale e che è basata sul consumismo e materialismo ha creato delle terribili crepe nell’anima delle persone: essere americani oggi è quanto mai difficile poiché, l’avanzamento sia tecnologico che morale, l’innovazione a tutto campo a volte va a discapito della vita umana e questo causa un terribile cortocircuito, narrato alla perfezione da “Accused”.
Tra il libro e il film ho sempre preferito il libro, per questo cerco sempre di guardare serie tv con sceneggiatura originale. Più son truci e meglio è, perché l'unico modo per combattere il Male è attraverso la sua conoscenza. Se mi cercate, non mi troverete mai al cinema nelle sale dei film strappalacrime. Molto meglio gli horror e tanti, tanti pop corn!