Fallout, annunciato nel 2020 e arrivato finalmente questa settimana in tutti e otto gli episodi, viene lanciato in un momento propizio. Dopo il crescente successo di The Last of Us, Halo e The Witcher, gli adattamenti cinematografici dei videogiochi non sono mai stati più interessanti; allo stesso modo, l’impatto di Oppenheimer, tanto acclamato dagli Oscar, significa che il mondo ha le bombe atomiche nel cervello da un bel po’.
Un tempo prediletti degli appassionati, verso la metà degli anni ’90 i giochi di ruolo per computer (CRPG) stavano ormai scomparendo. La popolarità era scemata e straordinari JRPG (Giochi di ruolo giapponesi) come Final Fantasy VII su console e successi in prima persona come Quake su PC regnavano sovrani. Per fortuna, quello stato di cose ha posto le basi per un evento inaspettato: Fallout (1997) era un gioco che nessuno si aspettava, nemmeno il suo editore. Il suo successo ha stimolato un nuovo interesse per il genere portando a un’età d’oro dei CPRG isometrici tra il 1997 e l’inizio del 21° secolo.

Uno dei più grandi problemi di Fallout è l’inventario: cosa conservi e cosa butti via?
Ovviamente gli autori hanno mantenuto le eleganti tute blu, le enormi armature potenziate della Confraternita d’Acciaio e le grandi, rumorose porte del Vault, perché diciamolo, sono tutte cose fantastiche. Ci sono tuttavia tanti altri richiami ai giochi praticamente in ogni fotogramma di questo adattamento, dai tappi di bottiglia della Nuka-Cola, alla vista stranamente confortante delle mucche a due teste.
Cento anni dopo una guerra nucleare mondiale, sei residente nel Vault 13, un rifugio antiatomico sotterraneo che proteggeva i tuoi discendenti dalla distruzione atomica sovrastante. Ora il suo chip per la purificazione dell’acqua ha fallito dopo un secolo di costante usura, lasciando solo 150 giorni di acqua potabile. Il tuo compito è lasciare il Vault per la prima volta nella tua vita per trovare un sostituto per il chip dell’acqua. Nel tuo viaggio scoprirai una civiltà disordinata e selvaggia, nata dalle ceneri della distruzione, che lotta per sopravvivere in una terra desolata post-apocalittica. E nella tua missione per salvare il tuo Vault, le tue scelte avranno un impatto su ogni angolo di questo nuovo mondo, determinando chi vivrà, prospererà, lotterà e perirà.
Ovviamente la storia qui è diversa. Fallout segue principalmente Lucy MacLean, che esce dal suo comodo caveau sotterraneo per entrare in un’orribile terra desolata. Attraverso i suoi occhi, apprendiamo come funziona questo mondo e quanto possa essere assolutamente terribile. La pungente satira di Fallout permea ogni scena e ci sono due distinti ceppi di umorismo inseriti nei giochi; impossibile non notare l’ironica contrapposizione tra l’ottimismo atomico pre-apocalittico degli anni ’50 e la realtà di una terra desolata piena di sedili del water e scarafaggi radioattivi. Ma c’è anche lo schiaffo dato dal gioco, dove le scaramucce di basso livello si trasformano improvvisamente in caotiche battaglie tutti contro tutti e le teste dei predoni esplodono come fontane di marmellata alle fragole.

Quanto c’è della trama dei videogiochi in questa serie?
Tutto e niente: non è un universo separato o una rivisitazione di una storia vista in Fallout, ma piuttosto una serie di eventi che potrebbero plausibilmente aver luogo prima o dopo un qualsiasi gioco.
Una serie costruita con precisione, che si racconta in modo chiaro e pulito; sa essere sopra le righe come un videogame ed è recitata con maestria come il buon prodotto televisivo che è.
Se siete curiosi, se volete un assaggio di cosa sia la vita in un Vault, potete trovare il gioco gratuito Fallout Shelter direttamente su playstore.

Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.