C’è qualcosa di diabolico nel fatto che continuano a venir cancellate serie di altissima qualità, mentre le abominevoli Magnolie delle nevi hanno appena concluso questa terza, orrida, stagione. Una serie che non era partita malaccio, non diversa da Virgin River o Chesapeake Shores: un bel posto accogliente, fotografia eccellente, attori di aspetto e capacità medi, qualche scandalo, tragedie e buoni sentimenti. Quelle cose che guardi quando non vuoi impegnare cervello e umore in qualcosa di più coinvolgente; passi il tempo e non ti aspetti granchè.
Le Magnolie devono essersi accorte delle basse aspettative e hanno pensato: ma perché faticare? Facciamo schifo! E infatti eccomi a recensire quella che non posso che definire un’agonia, un tappeto rosso all’autolesionismo, un invito in carta bollata a darsi al satanismo spinto.
A queste tre gigantormi rompicoglioni succede di tutto, o meglio, non succede assolutamente nulla, ma in un universo in cui i problemi veri sono una tipa antipatica e una mezza pazza che si intrufola alle feste, capite bene che alla prima influenza intestinale la cittadina di Serenity va in lockdown e chiama la guardia nazionale.
Tra l’altro, Dio onnipotente è special guest star non accreditata, perché tutti pregano per tutti. Sempre. Oh Francine hai forato? Pregherò che il tuo pneumatico torni duro e sodo come in gioventù! Roba che se fai uno shottino ogni volta che viene nominato l’inquilino del piano di sopra finisci in coma etilico al minuto 35 del primo episodio.
È tutto così lagnoso e privo di realismo. Abbiamo la cricca dei super amici, la beneficenza, le scuse, il perdono, e l’amore, e il rispetto reciproco; è stata introdotta un’antagonista con la speranza di creare un conflitto, ma è stata buttata in mezzo alla storia senza darle motivazioni. Il suo arco è stato chiuso in modo deludente, lasciando gli spettatori frustrati: il personaggio è stato scritto a casaccio, e si vede.
Inoltre, la narrazione non aiuta a capire cosa sta succedendo o perché, in qualsiasi momento, si verificano molte sottotrame che aggiungono confusione (e disperazione); gente che appare dal nulla, sparisce a caso e davvero si perde il filo.
I dialoghi si possono definire scadenti, e ammetto di essere stata generosa nella definizione. Sembra che tutti i personaggi siano terapisti autorizzati, con le loro conversazioni uscite direttamente dai social media, dagli oratori o dai coach motivazionali. Una positività tossica lavata, risciacquata, ripetuta a oltranza che, a un certo punto, non si riesce più a sopportare. La chimica tra le coppie è desolante, sterile e priva di emozioni, ulteriormente annacquata dal montaggio di eventi privi di significato.
I giovani attori hanno sicuramente mostrato più passione rispetto agli adulti, ma sono stati danneggiati da trame vuote e conversazioni di una stupidità surreale.
Una stagione genuinamente inguardabile, e come precedentemente accennato, un insulto a tutti i prodotti validi cancellati senza apparente ragione.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.