L’otto marzo è uscito Damsel, che doveva essere la milionesima storia della miliardesima ragazza che si salva da sola, e in effetti lo fa, peccato che il film sia stato costruito talmente male che non si riesce davvero a godere lo spettacolo.
“Ci sono molte storie di cavalleria, in cui l’eroico cavaliere salva la damigella in pericolo. Questa non è una di queste“, assicura al pubblico la principessa Elodie (Millie Bobby Brown) all’inizio di questo faticoso dark fantasy. Sebbene la sceneggiatura tenti ripetutamente di essere sovversiva, tutto ciò che riguarda questa triste storia è preso in prestito da film decisamente migliori gestiti con più attenzione ai dettagli.
Una storia prevedibile
Se avete visto il trailer, la trama vi è già stata rivelata quasi per intero. Il solito errore demenziale di Netflix che quando ha in mano un prodotto di merda usa le poche scene potabili per pubblicizzarlo; io cercherò di non fare spoiler, concentrandomi solo sugli aspetti rivelati fin dall’inizio, ma non ne garantisco la totale assenza.
Elodie, di cui non apprendiamo praticamente nulla prima che si ritrovi all’altare, è la principessa di un reame in rovina, alla quale viene offerto il matrimonio combinato con il principe di un regno estremamente ricco. Immediatamente dopo aver completato la cerimonia nuziale, Henry, il consorte, la accompagna su una montagna vicina con la scusa di completare una sorta di rituale successivo. Lì, Elodie viene accolta da quella che può essere descritta solo come una banda di satanisti che indossano le maschere di Eyes Wide Shut e che si sono riuniti per sacrificare il suo corpo a un drago sputa fuoco che vive nelle profondità dell’a montagna’altura. Il resto del film è essenzialmente un thriller di sopravvivenza, poiché Elodie deve superare in astuzia il mostro gigante per riuscire a fuggire dalle intricate caverne all’interno della montagna. Damsel vuole farci credere che Elodie sia una giovane donna capace e piena di risorse, ma non si prende la briga di mostrarci perché e come. Anzi, la pellicola la dipinge come una sciocca per non aver messo in dubbio la decisione di suo padre di farla sposare con tanta fretta, nonostante i dubbi legittimi della matrigna
Nella montagna, la principessa sembra sviluppare magicamente le abilità necessarie per sfuggire a una creatura invincibile che vi ha dimorato per secoli. Fondamentalmente una Navy Seal che si fa strada tra i guai: crea corde, trappole, costruisce esplosivi fatti in casa… Niente di tutto questo sarebbe stato difficile da accettare se la trama ci avesse dato in precedenza anche un minimo assaggio di ciò di cui Elodie è capace. Ma poiché Damsel corre attraverso il primo atto come se fosse inseguito da un drago, tutto ciò che puoi fare è chiederti come ci si possa aspettare che faccia il tifo per un’eroina d’azione scritta in modo così blando.
Millie Bobby Brown farebbe bene il suo lavoro se non passasse da una noiosa eloquenza a un ciclo quasi infinito di urla e grugniti che la fanno scoprire di continuo dalla bestia che la sta braccando.
Gli sceneggiatori hanno assemblato tutte le parti costitutive di un interessante film d’avventura fantasy: premesse che cambiano il genere, un cast stellato, luoghi affascinanti e creature dal design fantasioso, ma il tessuto connettivo è sottilissimo. Le idee non mancano, ma sembra che la produzione sia iniziata spontaneamente nel momento in cui sono stati spuntati abbastanza punti da un elenco sulla lavagna.
Oltre alla scarsa CGI e alla totale mancanza di originalità, è doloroso vedere attori di livello mettersi in imbarazzo con materiale come questo. Angela Bassett, che interpreta la matrigna di Elodie, è letteralmente reduce da una nomination all’Oscar e ha tre parole in croce. Ray Winstone, che veste i panni di suo padre, ha esattamente una scena in cui può “recitare” e Robin Wright dà alla regina cattiva le stesse vibrazioni dell’indimenticata Claire Underwood. Sorprendentemente, è il drago, doppiato da Shohreh Aghdashloo, altra candidata all’Oscar, ad avere un arco narrativo più grande persino di quello di Elodie.
Forse questo film avrebbe dato di più se fosse stato presentato dal punto di vista della bestia.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.