Era il 2015 quando scoprii Call the Midwife e me ne innamorai perdutamente e, nonostante siano passati tanti anni e si possa pensare che lo show abbia ormai esplorato tutte le strade possibili, mi ricredo ogni volta.
Anche questa ultima tredicesima stagione, da poco terminata in Regno Unito, è stata splendida e conto già i giorni che mi separano dallo speciale natalizio.
La serie è già stata rinnovata anche per un quindicesimo capitolo.
Qui potere trovare una presentazione della serie e i motivi per cui mi appassiona tanto.
Dopo i fatti dell’episodio di Natale, ambientato a dicembre del 1968, che vede finalmente la piccola Colette riunita all’infermiera Nancy Corrigan a casa Nonnatus, conosciamo due new entry, le allieve ostetriche Rosalind Clifford (Natalie Quarry) e Joyce Highland (Renee Bailey), che sono accolte al convento e sono state un vero valore aggiunto.
Rosalind è dolce e insicura, ma con una grande umanità, piano piano nel corso degli episodi mi ha conquistato sempre più, soprattutto per il suo grande senso della giustizia e il suo idealismo. Ho notato una simpatia con Cyril, che da ingegnere diventa assistente sociale. Spero tanto che questo magnifico personaggio trovi la felicità sentimentale dopo il suo disastroso matrimonio.
Joyce è più professionale, è forte e determinata, preparatissima nel suo lavoro, forse un po’ troppo cinica per lo standard delle nostre levatrici, ma anche lei da apprezzare, soprattutto nelle puntate finali, in cui un segreto oscuro torna dal suo passato, e nonostante questo, invece di farsi schiacciare si confida con le amiche e ne viene fuori.

Non sono mancati i momenti drammatici, come quello in cui Fred è in forte pericolo di vita a causa del tetano, e tutti i nostri protagonisti, fortemente legati a questo tuttofare generoso e intraprendente, soffrono tantissimo, oppure quello in cui la piccola May sta per affogare e poi contrae una polmonite, con il rischio sia di perdere la vita, sia che il tribunale la tolga ai suoi genitori affidatari.
Adoro i Turner, in particolare in questa stagione ho amato molto Shelagh, che nonostante abbia avuto paura di perdere la piccola, ha sempre fatto la cosa giusta per lei , mettendo sempre la felicità della bimba davanti al suo bisogno egoistico di averla con sé. Il finale, che non vi svelo, le regala più di un sorriso.
Questa è stata anche la stagione di Violet.
Il tema del riconoscimento delle capacità femminili è sempre stato centrale in questa serie. Sono tutte donne le figure più importanti e quest’anno è stato trattato anche il loro ruolo politico, con Violet appunto che diventa sindaco di Poplar, con tutte le implicazioni e nonostante i grandi pregiudizi degli uomini, ce la fa e alla grande.
Abbiamo conosciuto anche una parte importante del passato di Miss Higgins, in particolare sul figlio, che aveva dato in adozione quando si trovava da giovane in India e che ci mostra il suo lato più tenero, sempre accompagnata e sostenuta dalla grande amica Phyllis, colonna portante della storia e regina incontrastata con Trixie del mio cuore.
E ora veniamo alla nota dolente, quella che mi ha dato più ansia: la crisi matrimoniale tra Matthew e Trixie.

Mi sono arrabbiata molto, la bionda levatrice ne ha davvero passate tante e non si meritava questa storyline, probabilmente causata dal possibile abbandono da parte di Olly Rix .
Matthew va in bancarotta e invece di coinvolgere la moglie nelle decisioni , la esclude, gettandola nella disperazione e nella sfiducia. Fino al penultimo episodio sembrava che nulla potesse salvare la loro relazione, con Matthew e Jonty volati a New York e lei sola a Poplar, dipendente dai sonniferi.
Nell’ultima puntata però la situazione cambia, entrambi fanno un passo indietro e si ritrovano , con lei che decide di raggiungere il marito nella Grande Mela con la promessa che torneranno insieme a casa dopo qualche mese.
Succederà? Non sappiamo con certezza se Rix lascerà la serie, si vocifera anche di un abbandono da parte di Helen George, sarebbe molto triste perdere il suo personaggio, ma non ci resta che aspettare.
Call The Midwife resta comunque un medical drama e anche questa volta i temi sanitari sono stati tanti: retinoblastoma, problemi psichiatrici, tubercolosi negli immigrati, tumori causati dall’asbesto, abusi sessuali familiari, placenta ritenuta, trattati con la solita accuratezza.
Voi l’avete guardata? Se non l’avete fatto, non perdetela.
Appuntamento alla prossima stagione!


Gli storici sono la mia passione, mi piacerebbe catapultarmi durante la Reggenza tra balli e corteggiamenti. Amo gli amori contrastati e sono una sentimentale... mi commuovo pure per le pubblicità. L'altra mia passione è Grey's Anatomy che seguo dalla prima puntata anche se il mio personaggio preferito è morto nell'undicesima stagione... 😡