
Yemin significa “la promessa” un titolo che si rivela essere un cattivo presagio.
Nato dalla penna della stessa autrice di Emanet – la cui mente perversa non accetta che due innamorati possano baciarsi sulle labbra per poi mostrare sparatorie, stupri e violenze di ogni genere à gogo – già dalla prima puntata promette un sicuro sbriciolamento di gonadi.
Reyhan (Özge Yağız) è una bellissima e delicatissima – così tenera che si taglia con un grissino – ragazza di campagna poverella fuori ma ricchissima dentro.
Di lacrime probabilmente, visto che dopo i primi dieci minuti del primo episodio già piange come una fontana tenendo tra le sue dolci manine una colomba che si è trafitta un’ala mentre cercava di inflarsi in casa da una finestrella del cortile.
Porca paletta manco agli animali un po’ di pace …
La ragazzetta vive sola perché ha perso entrambi i genitori – e te pareva – e scandisce la sua vita tra la terra, le faccende domestiche e la preghiera.
Emir (Gökberk Demirci) è il rampollo di una ricca famiglia che se ne batte di lavorare.
Ama spendere i soldi di papi nell’acquisto di auto e moto con cui fa gare spericolate che regolarmente perde con tanto di eclatante distruzione del povero mezzo.

Ah bello, se non sai guida’ non è meglio lasciar perdere?
Orsù, questa non è Fast & Furious e tu non sei Dom… che è un fico tra le altre cose mentre tu sei un’aringa secca con i capelli sfatti e una barba che pare fatta con peli di nutria incollati con il Vinavil.
Emir non vuole responsabilità, non ha intenzione di sposarsi e di mettere su famiglia, non vuole essere rimproverato dal padre per il suo bighellonare.
E vabbé è giovane, direte voi, passerà il tempo a tromb… ehmmm no!

Il nostro protagonista ha un’amica d’infanzia – Cemre – che evidentemente non ha una casa sua perché sta sempre in mezzo ai maroni.
Lei lo ama da quando piccini piccio’ giocavano a palla.
È antipatica come una diarrea su cui sei piombato con lo stivale Nero Giardini – duecento euro di scarpe buttate che cazz ☹– ed è pure un poco brutt d facc!
Il ragazzo ovviamente non se la caga di pezza – per la serie tu sei come un’ablacim per me – e via di pali come se non ci fosse un domani.
Ciliegina sulla torta: Cavdan, la mamma di Emir, una stronza col botto – daje che le donne ne escono sempre ammmerda nelle Dizi, perché poi non si capisce 🤨 – che nutre il sogno di vedere cocco suo sposato con la cessa da le considerata come una figlia.
Dimenticando di fatto che una figlia già ce l’ha … la dolce Suna (Sıla Türkoğlu) che viene trattata dalla madre come una minorata mentale.
Bah!

Tutto cambia quando il papà dopo l’ennesima Ducati sbrindellata si rompe definitivamente il belino e prende una grande decisione: far maritare Tenerella e Brufolone.
GENIOOOOOOOO!
Complimenti pa’… nemmeno il mago Otelma ha mai osato tanto.
Nonostante pretendesse che per scacciare la iella facessimo rituali sul terrazzo in equilibrio su una gamba sola con il pacco di sale in una mano e la boccia di olio nell’altra!
Il matrimonio sulla carta diventerà presto vero… Cupido scaglierà inesorabile la sua freccia e magicamente l’amore sboccia.
La coppia dovrà affrontare le peggiori avversità.
Nulla di che eh, qualche sparatoria, rapimenti, tentati omicidi, dossier falsi atti a fare passare la sposina come un troione da sbarco che pensa solo al denaro…
Ma non temete! L’amore alla fine trionfa sempre … più o meno 🤔
Conclusioni su Yemin

Giusto perché nelle prime due stagioni si vede qualche romanticheria in più rispetto a Emanet e per Sıla Türkoğlu.
A scapito dei ruoli da sfigata che le assegnano mi suscita una certa simpatia.
Dalla StreamRegia per il momento è tutto.
Vi lascio il trailer di Yemin.
Non vedo l’ora di intrattenervi con il prossimo DIZIagio 😉

Amo viaggiare nella bipolarità di horror e thriller e vi accompagnerò in un tour internazionale … da PAURA! Ogni tanto mi immergo in un fresco bagno di trash grazie alle serie turche. Cercate di capirmi… un po’ di refrigerio serve a tutti. A colazione niente dolci, meglio un toast … e non menzionate il Natale… il Grinch che è in me inizia a dibattersi come uno scarafaggio colpito dal Baygon