Può una commedia romantica coinvolgere l’elemento soprannaturale, il sangue, la tragedia e svilupparsi in soli sei episodi da mezz’ora ciascuno?
A quanto pare è possibile, e Wolf like Me ne è la prova.
I protagonisti sono Josh Gad e Isla Fisher, e se per lei avevo già avuto in passato la conferma della sua bravura, è il comico la vera rivelazione di questa breve (prima?) stagione: mai avrei creduto di vederlo esprimere dolore in modo tanto intenso e credibile. È stata una sorpresa straordinaria e spero di cuore che in futuro vorrà continuare a sfidare le sue capacità con personaggi sempre più complessi.
Australia. La vita di Gary è stata sconvolta dalla morte della moglie, e ora è completamente dedicata alla giovane Emma, che non si è mai ripresa da quella tragedia; un giorno hanno un incidente d’auto con la concitata e dolcissima Mary e tra i due adulti scatta qualcosa di speciale.
Gary e Mary riescono a comunicare e ad aprirsi l’uno con l’altra come mai in precedenza, e anche Emma si trova a suo agio con la donna. Ci sono tutte le premesse per un delizioso finale alla “vissero tutti felici e contenti”, se non fosse che la bella e dolce Mary scappa di continuo inventando scuse assurde.
Gary è molto confuso, ma ne prende atto e concentra tutte le sue attenzioni sulla figlia, sempre più in difficoltà, fino a quando il fato, il destino, la sfortuna o semplicemente il caso gli fa reincontrare la donna nella notte che cambierà per sempre le loro vite.
Il segreto di Mary viene svelato già nel secondo episodio, o nel primo, o addirittura nel titolo se si è bravi a fare due più due, ma è solo una parte della storia.
Quello che conta davvero è ciò che rappresenta: viene trattato come se fosse l’incarnazione di un semplice difetto. Anziché essere ciò che spezza il legame tra i due, diventa terreno fertile per l’accettazione. L’amore è irrazionalità, un continuo incontrarsi e scontrarsi alla ricerca disperata di un contatto con qualcuno che sia davvero in grado di comprenderci.
Wolf like Me dura troppo poco, ma si chiude nel modo giusto. È una serie ricca di conversazioni e monologhi profondi, alleggeriti da brevi interludi leggermente comici che danno il giusto equilibrio a ciò che accade sullo schermo. Volendo trovare un difetto, mi è sembrato che i sentimenti di Mary fossero poco approfonditi, forse addirittura lievemente derisi rispetto a quelli di Gary o di Emma, ma immagino sia solo una questione di spazi.
La storia funziona bene, nonostante la sua stranissima premessa, e gran parte del merito va all’eccellente lavoro svolto dagli attori, oltre che all’ottima scrittura.
Al momento non è disponibile in italiano, ma è possibile trovare gli episodi in lingua originale sottotitolati.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.