Iniziata la maratona dei film di Natale?
Mese di dicembre, atmosfera natalizia, in questo 2021 forse ancora più sentita dopo un anno di magra, un bel faccino, ambientazioni innevate mozzafiato e… tanta speranza: eccoli gli ingredienti vincenti di Un bambino chiamato Natale, il film delle feste di Netflix.
La pellicola, britannica, è tratta dall’omonimo libro per ragazzi dell’inglese Matt Haig, ma è il tipico prodotto per famiglie, adatta a tutti, Grinch esclusi.
Siamo alla Vigilia di Natale, questa volta molto triste per tre ragazzi rimasti da poco orfani della madre e il cui padre deve lavorare. Viene chiamata allora, con iniziale disappunto dei tre, una vecchia zia, per badare a loro.
I ragazzi non hanno voglia di festeggiare, ma Ruth (sorpresa, la mia adorata Maggie Smith!) la pensa diversamente e inizia a raccontare loro una storia che li tiene con il fiato sospeso e che li colpirà molto: l’origine della festa più bella dell’anno.
Siamo in Finlandia e un bambino chiamato Nikolas che ha in comune con i nostri ragazzi la recente perdita dell’amata mamma, vive con il padre taglialegna (Daario Naharis di GOT).
Un giorno il re, un personaggio buffissimo interpretato dal Professor Lumacorno – Jim Broadbent, propone agli uomini del suo regno una missione: andare agli estremi confini delle sue terre per trovare la magia, qualcosa che ridia speranza a un popolo che l’ha persa.
Nel paesino in effetti si raccontava di un villaggio di elfi chiamato Elfhelm, dove tutti erano felici e di cui anche la mamma parlava spesso a Nikolas.
Il padre del ragazzo, poverissimo, per ottenere la ricompensa e migliorare la sua vita e quella del figlio si unisce a una spedizione, lasciandolo con una zia cattivissima, così perfida che cucina al nostro la sua bambola–rapa, che la sua mamma aveva fatto per lui. Stanco delle angherie della zia, Nikolas, con una mappa che ritrova nel cappello, parte alla ricerca di Elfhelm con il suo topo parlante (avete letto bene!) e una splendida renna.
In seguito verrà aiutato anche da una petulante fatina che ha l’orrido pregio-difetto di dire sempre la verità.
Riuscirà a trovare il villaggio? Come darà avvio alla bellissima tradizione dei doni natalizi?
Questo dovrete scoprirlo da voi…

Tantissimi sono i temi affrontati nei 103 minuti: primo tra tutti l’elaborazione del lutto, ma anche la necessità di credere nella speranza e che nonostante il buio, dato dal cinismo degli uomini oppure dalla perdita delle persone care, ci sia sempre una rinascita, il modo di far tornare la luce e anche di far nascere dal male qualcosa di buono.
Si parla anche di pregiudizi e di come questi possano essere un ostacolo potente alla felicità.
Temi importanti, ma che sono trattati senza pesantezza, in modio delicato e spesso tra le righe.

Punti a favore: il cast, eccezionale. Non solo Maggie Smith e Jim Broadbent ma anche il piccolo Henry Lawfull e Sally Hawkins, una azzeccatissima regina degli elfi.
Le ambientazioni. Il film è stato girato vicino al circolo polare artico e si vede! Ti fa immergere nelle bellissime atmosfere del Nord e rende più credibile il tutto.
Gli effetti speciali, veramente ben fatti.
Contro: non ce ne sono, io sono una divoratrice di film natalizi e questo è uno dei più carini degli ultimi anni… anzi sì… avrei voluto qualche scena in più sul rapporto padre – figlio e averne saputo di più sulla madre.
Allora non vi resta che accomodarvi sul divano e gustarvi Un bambino chiamato Natale!
Qui il trailer.

Isabel

Gli storici sono la mia passione, mi piacerebbe catapultarmi durante la Reggenza tra balli e corteggiamenti. Amo gli amori contrastati e sono una sentimentale... mi commuovo pure per le pubblicità. L'altra mia passione è Grey's Anatomy che seguo dalla prima puntata anche se il mio personaggio preferito è morto nell'undicesima stagione... 😡