Tutta la luce che non vediamo (All the Light We Cannot See) tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Doerr, uscito nel 2014 e vincitore del premio Pulitzer nel 2015, è una miniserie in 4 episodi targata Netflix, scritta da Steven Knight il papà di Peaky Blinders.
La Luce che si sprigiona quando si brucia un pezzo di carbone, o di torba o di corteccia, in realtà è la luce del sole. Il fatto è che la luce dura in eterno. Un miliardo di anni in un pezzo di carbone, mentre l’oscurità, non arriva a durare neanche un secondo, quando accendete la luce.
Non avendo letto il romanzo mi limiterò a parlare della miniserie che, nonostante alcuni momenti davvero toccanti, ho trovato riuscita solo a metà.
Tutta la luce che non vediamo tra Storia e Leggenda…
Marie-Laure LeBlanc (Nell Sutton prima e Aria Mia Loberti dopo) è una bambina cieca che vive con il padre (Mark Ruffalo) a Parigi; l’uomo, dipendente del Museo di Storia Naturale, permette a sua figlia di conoscere ogni angolo della città dopo averle costruito un dettagliato modellino in scala di Parigi che le consentirà di orientarsi.
In Germania precisamente in un orfanotrofio vive il piccolo Werner che mostra una spiccata abilità nel riparare le radio.
Entrambi ogni sera ascoltano la frequenza 13.10, dove il Professore (Hugh Laurie) dalla Francia tiene delle lezioni sulla vita e la scienza.
Nel 1940 quando la Germania invade la Francia, Marie e il padre lasciano Parigi e si rifugiano dagli zii a Saint-Malo.
L’uomo porterà con sé Il Mare di Fiamma, una gemma preziosa su cui grava una leggenda… si dice che sia maledetta, se viene toccata chiunque si ami viene colpito da terribili disgrazie mentre se sei colui che la possiede non morirai mai.
Werner (Louise Hofmann, Dark) grazie al suo talento con le radio viene spedito in una rigida accademia per giovani nazisti, una volta terminati gli studi diventerà un soldato, il suo compito sarà quello di intercettare le trasmissioni radio dei ribelli.
Nel 1944 tutti loro finiranno per ritrovarsi a St.Malo alle porte della liberazione da parte degli Alleati.
Marie ormai diventata una giovane donna trasmette ogni sera alla frequenza 13.10 per supplicare il padre e lo zio Etienne di ritornare da lei, nel mentre leggerà Ventimila leghe sotto i mari inviando messaggi in codice alla Resistenza.
La ragazza però non sa che il tedesco Lars Eidenger la sta cercando perché crede che sia in possesso della gemma Il Mare di Fiamma, l’uomo vuole disperatamente la pietra perché gravemente malato.
Tutta la luce che non vediamo ricostruisce perfettamente i drammi della Seconda Guerra Mondiale, nel cast oltre alla brillante prima prova di Aria Mia Loberti troviamo Mark Ruffalo e Hugh Laurie perfettamente calati nei loro ruoli.
Il messaggio di speranza in quegli anni bui che ascoltiamo, prima dal Professore e poi da Marie che continua a trasmettere nonostante i bombardamenti, sono sicuramente i momenti più riusciti.
Il destino dei due protagonisti è intrecciato sin da bambini, hanno in comune la passione per verità e la luce e non si sono lasciati cambiare dalla guerra; tuttavia, il loro rapporto non mi ha particolarmente colpito.
La parte relativa alla gemma, che è oggetto di attenzione da parte del tedesco Eidenger l’ho trovata un po’ troppo sopra le righe come il suo personaggio a tratti grottesco e macchiettistico.
Tutta la luce che non vediamo mostra solo personaggi che sono buoni o cattivi, luce e oscurità… non ci sono sfumature questa, secondo me, è una grave mancanza. Il Mondo non è così “semplice” come vuole raccontarci Anthony Doerr.
Avete presente il mondo gotico di Penny Dreadful? Preparatevi perché non avete visto niente. Lasciatevi trascinare dal mio elegante cinismo…ne vale la pena. Se da piccola desideravo ricevere il bacio del vero amore come le principesse, con gli anni il crime si impossessa di me e capisco che dare la caccia ai cattivi è più divertente del vissero felici e contenti. Nonostante ciò, resto sempre una romanticona, infatti amo i period-drama. Da sempre ho evitato le soap spagnole ma alle Dizi turche non sono riuscita a resistere