Tre noci per Cenerentola è disponibile su Now ed è il remake norvegese dell’omonima pellicola del 1973. Che fortuna, eh? Hanno proprio voluto riproporlo dopo così tanto tempo…
Ho tante noci di cocco splendide, diddidi, tutte in fila per tre per tre per tre… grandi, grosse anche più grandi di te!
Zazu – Il re leone
Lo so, ho sbagliato cartone animato, ma a noci il mio cervello è andato in tilt.
Da anni sembra esserci una gara su chi fa il live-action più figo di un classico Disney, l’ultimo in ordine di arrivo è stato Pinocchio, ma siamo in attesa della Sirenetta e Biancaneve. Quindi perché non sguazzare nel pantano e vederci Tre noci per Cenerentola? Già infatti, perché?
Non starò qui a soffermarmi sulla trama che sapranno anche i sassi, ma vorrei approfondire i personaggi che popolano la celebre fiaba perché, beh, non ne sono sicura neanch’io…
Cenerentola preferisce sottrarsi spesso alle faccende domestiche per andare a caccia o a oziare tra gli uccellini sul suo fedele destriero. Ricordo male o era Biancaneve che cantava tra coniglietti e passerotti?
Comunque… per restare fedeli al nome della protagonista, i truccatori le fanno dono di una perenne patina di sporcizia sul viso che andando avanti con la storia si espande tipo lebbra e ti fa venir voglia di prestarle un po’ d’acqua e sapone per lavarsi.
Un giorno, durante uno dei suoi vagabondaggi, arrivano al villaggio il re e la regina, che in un primo momento mi son sembrati due orsi su un calesse tanto erano sommersi dalle pellicce…
Il motivo della visita? Il ballo, ovviamente! Gli unici reali a non sguinzagliare valletti in giro a destra e a manca ma a invitare le belle donzelle di persona, senza farsi mancare una bella dose di sdegno per l’assenza del figlio-erede.
Il principe, lo so che stavate aspettando questo momento! Un bello gnocco penserete e invece…
È una giovane ed esile versione di Jon Snow Bruto-style. Perché questo paragone? Beh, innanzitutto per l’aspetto: riccioli neri, faccia da tontolone, coperto da pellicce; poi perché non sa niente, infatti incontrerà Cenerella tre volte prima della prova della scarpetta e non sarà in grado di riconoscerla; ultimo motivo, ma non meno importante, è per la presenza di Kristofer Kivju che apparirà per cinque minuti solo per urinare contro un albero e parlare di donne. Proprio come ai vecchi tempi!

L’originalità in questa trasposizione sta nel fatto di non aver ucciso la fata madrina e di aver usato come fonte magica tre noci che esaudiranno i desideri di Cenerentola. Purtroppo non basta a rendere accattivante il film e a questo si aggiungono spunti che vorrebbero renderlo moderno, come per esempio il girl-power che sprigiona la protagonista o l’amore lgbtqia+ per un senso di inclusione di genere, ma che sembrano quasi gettati lì per caso.
Ben presto si arriva al momento del ballo, Cenerella esprime l’ultimo desiderio e da ragazza zozzona si trasforma in mega gnocca che fa sbavare e girare la testa ai cavalieri del re. Vestita di tutto punto, con un abito in tulle e delle calze con décolleté con tacco totalmente glitterati, roba da far inorridire Enzo e Carla al grido di Ma come ti vesti?, si dirige in sella al suo destriero fino al castello.
Come sappiamo tutti, l’amore dei due giovani verrà ostacolato dalla matrigna, una creatura orrenda mezza donna mezza Dracula che, non solo cercherà di impedire alla fanciulla di riunirsi al principe, ma tenterà anche di uccidere quest’ultimo. Eh no, non lo farà bevendo il suo sangue!
Tre noci per Cenerentola è un film leggero, leggerissimo tanto da poterlo guardare benissimo di spalle mentre si fa qualcosa di più interessante. Adatto a grandi e piccini, ma se proprio volete vedere un buon live-action di questa favola sceglietene un altro.


Avete presente quando inizia a piacervi un personaggio e dopo cinque minuti muore o quando alla fine di una serie che vi è piaciuta tanto ne annunciano la cancellazione? Ecco, quello è il mio mai una gioia personale. Ho un talento naturale nel trovare le brutture più indicibili da guardare e dopo averlo fatto mi consolo divorando patatine e horror.