Tracker, la serie drammatico-procedurale su Disney+ con Justin Hartley, nei panni del protagonista Colter Shaw, ha concluso la sua prima stagione lasciandoci con alcuni interrogativi.
L’abbiamo già conosciuto (andate qui se volete ripassare bene prima di andare avanti) insieme alle sue assistenti Velma e Teddi e ai suoi collaboratori Bobby Exley e Reenie Greene.
Con il passare delle puntate Colter ci appare in tutto il suo splendore di macho indipendente, dotato di straordinarie capacità di sopravvivenza. Sa fare praticamente qualsiasi cosa, dall’accendere un fuoco da campo al trovare cibo e riparo, curare ferite di ogni genere, soprattutto le sue, dato che si fa sempre male e rifiuta persino l’anestesia per mettersi i punti. È un ladro provetto, un ottimo giocare di poker, un fabbricatore di impronte digitali… pensate a qualunque altra cosa e lui la sa fare.

Dietro tanta perfezione nasconde un animo solitario, incapace di stabile legami solidi, se non a distanza. Credo sia dovuto al suo passato che lo tormenta senza dargli tregua, non riesce a lasciarselo alle spalle.
Continua a indagare su cosa sia successo davvero a suo padre. La madre gli ha detto che è stato suo fratello Russell a ucciderlo ma emergono sempre più dubbi, soprattutto dopo che il suddetto familiare riesce finalmente a rintracciarlo dopo i ripetuti rifiuti di incontralo da parte di Colter.

E che fratello mi viene da dire! Come anticipato qui, Jensen Ackles è il maggiore degli Shaw, che si è arruolato nell’esercito per dimenticare il passato dopo essere stato cacciato della madre. Nell’episodio in cui è comparso, in alcuni momenti mi sembrava di guardare Supernatural tra benedizioni impartite tramite tatuaggi, incursioni nell’obitorio e un’Impala nera che sembrava proprio la Baby di Dean Winchester. Davvero uno splendido duo che riesce a riavvicinarsi dopo le peripezie che affrontano insieme.
Appare anche Dory Shaw, la piccola di casa, che è diventata una docente universitaria proprio come lo erano i genitori e vorrebbe che i suoi fratelli facciano pace.

I casi che Colter segue sono molto variegati: persone scomparse per ottenere pezzi di terreno, intimidazioni, scagionare innocenti da omicidi, cavalli da ritrovare, caccia ai fantasmi, salvare persone nel bosco e tanti altri ancora.
Gli altri personaggi hanno il loro spazio, da Reenie che tira sempre fuori dal carcere e dai guai Colter, a Bobby di cui scopriamo qualcosa sul suo passato.
Tirando le somme di Tracker è una serie che si lascia guardare, ricca d’azione e di particolari. Poco spazio ha invece la parte sentimentale.
Come ho già detto all’inizio, si conclude con tante domande senza risposta: che fine ha fatto Russell che adesso è coinvolto in operazioni segrete per il governo con la società Horizon che mi sembra losca che più losca non si può? Perché la madre lo ha accusato di aver ucciso il padre? Cosa è successo davvero al duro signor Shaw che ha cresciuto i figli come se dovessero sopravvivere alla fine del mondo? Perché Colter non ha una fissa dimora? Ecc. Ecc. Ecc. Spero che almeno alcuni di questi interrogativi vengano svelati nella seconda stagione.
Vi lascio con una frase di Tracker che mi ha colpito molto:
Conservi il rimpianto per ricordarti cosa significava quella persona per te, nel bene o nel male, non importa, è parte di te.


Prediligo i fantasy e gli storici ma non disdegno ogni tanto zampettare tra thriller e polizieschi. Sono molto timida ma a volte non lo posso nascondere… gote rosse e occhi a cuoricino non mentono. Regalatemi una fontana che sgorga continuamente cioccolato e mi farete molto felice. Mi piacciono anche i libri e lo sport, ma odio gli zombie!