La seconda parte della terza stagione di The Witcher è arrivata sulla famosa piattaforma dalla N rossa il 27 luglio e con essa l’addio di Henry Cavill
Per chi si fosse perso la recensione della prima parte di The Witcher, può recuperarla qui.
Il sesto episodio riprende dal cliffhanger che tanto cliffhanger non era, almeno per come l’ho percepito io, non ho avuto quella trepidazione di scoprire cosa sarebbe accaduto dopo e già lì si è perso il senso di dividere la stagione in due parti.
Il pugnale puntato al collo di Geralt appartiene al capo dei servizi segreti della Redania, Dijkstra ma perché? Beh, per catturare Ciri che credono trovarsi nella scuola dei maghi quando in realtà non ci è mai arrivata… Da qui si scatena un bel po’ di azione all’interno di Aretuza che si conclude alla fine dell’episodio, dopodiché il nulla cosmico. Il ritmo rallenta fino a fermarsi e annoiare, non nego di aver avuto la tentazione di guardare alcune scene con il 2x.
Dovremmo essere al giro di boa, ma sarà davvero così? Riusciranno i nemici a mettere le loro luride mani sulla Leoncina di Cintra?

Come detto per la prima parte della stagione di The Witcher, il tema della famiglia è ciò che muove l’intera storia e come direbbe il buon caro Dominic Toretto: “Non si voltano le spalle alla famiglia”, peccato che per dimostrare questo amore e promettersi di stare sempre insieme usino una frase che ha lo stesso effetto delle unghie su di una lavagna: “Mai persi, sempre ritrovati”. Assolutamente cringe.
L’allegra, non poi tanto viste le sfighe che capitano loro, famigliola sarà costretta a dividersi e cercarsi di nuovo. Avevate dubbi?
Yen e Ciri sono promosse a pieni voti, le loro storyline sono molto ricche e combattute, piene di decisioni difficili da prendere; bocciato invece il nostro Geralt, che purtroppo continua a rimanere nell’ombra, surclassato dagli intrighi politici e dalla poca azione. Mi aspettavo molto di più per lo strigo, soprattutto visto il cambio di volto che dalla prossima stagione vedrà Liam “fratellino di Chris” Hemsworth nei panni del nostro amato e tenebroso assassino di mostri, ma d’altronde ai fini di trama non è più lui il protagonista. Un vero peccato, se devo essere sincera.
Niente da dire su Ranuncolo che tra alti e bassi porta sempre il buon umore, divertente e spensierato ci mostra un lato più serio e determinato quando si tratta di difendere le persone a lui care.
Tissaia, Vilgefortz e Filippa sono assolutamente i migliori quando si tratta di far avanzare la storia, senza di loro saremmo anche potuti morire di overdose d’amore a guardare i nostri tre eroi.
L’unico che resta un grande punto interrogativo è Dara, l’elfo di colore amico di Ciri e spia di Dijkstra tra le fila elfiche al comando di Francesca, che appare dal nulla senza alcun senso logico. La sola spiegazione che riesco a darmi per la sua esistenza è un futuro coinvolgimento amoroso con Cirilla. Apriamo le scommesse?

Tornano alla domanda principale: si poteva fare meglio?
Assolutamente sì, la stagione è gestita male, con molti momenti sbadiglio e/o filler. Le puntate migliori restano la prima e la sesta, mentre la quinta sarebbe da cancellare in blocco, un lungo deja vu che ha portato solo confusione, per me un grande no.
Vederla o non vederla… questo è il problema!
Se vi aspettate un addio col botto per Henry Cavill, la risposta è no, non guardatela e restate con il ricordo delle prime due. Se invece come me avete la vena masochista e continuerete la serie nonostante Liam, allora conviene vederla, ma solo a fini di trama.
Non mi sento di promuovere questa terza stagione di The Witcher, la metto in un limbo perché è lì che merita di rimanere.
Un’occasione sprecata, che già dalla fine della prima parte ha visto un grosso calo in termini di visualizzazioni. Non proprio l’addio che ci meritavamo dal Continente.


Avete presente quando inizia a piacervi un personaggio e dopo cinque minuti muore o quando alla fine di una serie che vi è piaciuta tanto ne annunciano la cancellazione? Ecco, quello è il mio mai una gioia personale. Ho un talento naturale nel trovare le brutture più indicibili da guardare e dopo averlo fatto mi consolo divorando patatine e horror.