The Wilds torna su Amazon prime con otto episodi da vedere assolutamente senza interruzioni. La prima stagione si era conclusa con una rivelazione: c’è un secondo gruppo di naufraghi che sta affrontando il medesimo inconsapevole esperimento. Li vediamo arrivare e iniziamo a conoscerli, seppur in modo molto diverso rispetto a quanto visto con le ragazze.
Ormai sappiamo che è tutto un subdolo inganno orchestrato da quella che sembra a tutti gli effetti una scienziata pazza, piena di finanziamenti, ciò che continua a essere poco chiaro è come alcuni dei ragazzi ci siano finiti dentro.

Amazon in questo pecca moltissimo: fa un recap troppo breve per consentire allo spettatore di ricordare gli eventi della prima stagione, uscita a dicembre 2020. Sprechiamo tempo a cercare di far mente locale su cosa avesse visto Leah in quella radura, o su quale delle ragazze sia morta e sul come e perché, e su altri importanti particolari necessari alla trama che finiscono col perdersi mestamente.
Accantonato questo aspetto, l’esperimento della dottoressa entra nel vivo, mostrandoci i due gruppi a confronto, come le ragazze riescano a mantenere una forte coesione e a sostenersi reciprocamente pur soffrendo perdite inimmaginabili, rispetto ai ragazzi che sono in grado di sopravvivere più agevolmente ma non riescono a non entrare costantemente in conflitto.
Per costruire da zero una società è più importante un saldo legame emotivo, o è necessaria una forte propensione alla manualità?
Nell’inevitabile confronto tra le due stagioni, non è possibile non citarne la profonda differenza: la prima ci ha introdotto alla psiche delle ragazze con grande precisione, mostrando il loro passato e dando un forte peso alla sorellanza che si è gradualmente instaurata, mentre nella seconda andiamo sì a conoscere questi ragazzi, ma solo in modo superficiale. Gli otto episodi sembrano voler insistere sul conflitto, sul “cattivo” e su come deve essere gestito dal resto del gruppo.
Questo forte sbilanciamento carico di testosterone rovina l’armonia di insieme, forse perché i traumi del gruppo maschile sono accennati con superficialità e servono solo come carburante nelle loro reazioni sull’isola, mentre le ragazze erano state raccontate con cura in modo molto più immersivo.

Forse l’errore è stato raddoppiare i personaggi senza fare la stessa cosa col tempo a disposizione, perché mentre la prima stagione è immersa in un sovraccarico di angoscia, la seconda racchiude il doppio dei problemi ma con metà dell’originalità. C’è molto più materiale, dai flashback sul passato, alle scene delle due isole al laboratorio segreto, ma in così poco tempo non è stato valorizzato a sufficienza.
The Wilds ci dà una seconda stagione bellissima fino a quando non la si mette a confronto con la costruzione certosina di ciò che l’ha preceduta, come se fossero due prodotti completamente diversi che non riescono a unirsi completamente. È cruda, sconvolgente, selvaggia e tragicamente disorganizzata.
Quest’anno però abbiamo più azione, più rivelazioni, e un cliffhanger, di nuovo, che promette una terza stagione estrema, quindi è andata poi così male?

Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.