The Umbrella Academy è una serie basata sull’omonimo fumetto scritto da Gerard Way e Gabriel Bà e ci racconta la storia di sette supereroi, si fa per dire: Vanya, Luther, Diego, Allison, Klaus, Numero Cinque e Ben, nati tutti il primo ottobre 1989 da sette donne diverse che fino al momento del parto non erano neanche in dolce attesa.
Verranno adottati da Sir Reginald Hargreeves che li crescerà facendoli diventare dei supereroi, tentativo non proprio riuscito.
Questo gruppo alquanto sgangherato e disfunzionale sventerà non una ma ben due apocalissi, una nei giorni nostri e l’altra nel 1963.
Dopo essere ritornati incolumi dall’anno nefasto, l’Umbrella Academy si ritrova in una linea temporale diversa.
Il padre che li aveva conosciuti proprio nella seconda apocalisse, rimasto deluso li ha rimpiazzati con altri supereroi dando vita alla Sparrow Academy.
La storia riprende da dove si era interrotta con l’incontro/scontro delle due famiglie.
Dal trailer avevo alte aspettative miseramente crollate dopo aver visto i nuovi episodi di questa stagione assolutamente noiosa, che non regge il confronto con le due precedenti.
I membri della Sparrow Academy sembrano più tosti e fichi, ma è difficile provare empatia per qualcuno di loro perché vengono “sacrificati” per mostrarci le solite dinamiche dei fratelli Hargreeves che ormai conosciamo fin troppo bene.
I nostri “vecchi” eroi sono sempre gli stessi, alcuni addirittura peggiorati da una scrittura davvero senza senso.
Allison, dopo aver perso marito e figlia, nell’attuale linea temporale è una stronza per tutto il tempo, la sua è la storia più debole.
Diego e Lila sono sempre gli stessi, anche Klaus è ingabbiato nelle solite dinamiche il suo personaggio spesso mi ricorda quello interpretato dall’attore nella serie Misfits.
Vanya finalmente ha scoperto la sua vera identità e diventa Viktor, in linea con il cambiamento di Elliot Page. Figura sempre pesante e pedante, quando era lui la mina vagante che tentava di distruggere il mondo era più divertente.
Luther finalmente trova l’amore, dopo essere stato per tutta la sua vita nella friendzone con Allison, peccato che la sua storia sia di un melenso nauseante.
Numero Cinque come sempre è il primo a capire cosa succede, perché gli altri sono troppo presi a litigare, fare pace o fare sesso sulle scale.
Ben in questa sorta di Multiverso Non Marvel è vivo, come membro della Sparrow Academy. Ci viene costantemente ricordato che a differenza della sua variante morta è uno stronzo, persino lui mi sembrava sfinito nel sentirsi dire la stessa cosa da tutti.
Cosa accomuna questo ammasso di cretini? Il cercare disperatamente l’approvazione e l’amore di un uomo che li usa praticamente da quando li ha adottati.
Per tre intere stagioni risulta davvero imbarazzante vedere la maggior parte di loro credere che Reginald sia un padre diverso, col quale instaurare un rapporto.
All’inizio, il voler stabilire un legame con il loro vecchio funziona, ma dopo la bellezza di trenta episodi diventa una dinamica trita e ritrita.
Sono tutti talmente presi dalle loro relazioni che l’ennesima apocalisse, oltre a risultare stantia viene messa in un angolo e poi riportata sul finale per creare il solito colpo di scena per una quarta stagione che spero essere dinamica e frizzante come le prime due.
Questa tranche di The Umbrella Academy aveva del potenziale miseramente fatto a pezzi da una scrittura noiosa.
Bene ma non benissimo.
Avete presente il mondo gotico di Penny Dreadful? Preparatevi perché non avete visto niente. Lasciatevi trascinare dal mio elegante cinismo…ne vale la pena. Se da piccola desideravo ricevere il bacio del vero amore come le principesse, con gli anni il crime si impossessa di me e capisco che dare la caccia ai cattivi è più divertente del vissero felici e contenti. Nonostante ciò, resto sempre una romanticona, infatti amo i period-drama. Da sempre ho evitato le soap spagnole ma alle Dizi turche non sono riuscita a resistere