Inutile girarci intorno: The Last of Us potrebbe essere uno dei migliori adattamenti di sempre. Sì, c’è Halo, abbiamo The Witcher (non prendo in considerazione l’infelice cambio nel cast), ma l’avventura di Joel e Ellie potrebbe facilmente surclassarli.
Dal creatore di Chernobyl Craig Mazin, The last of us è una brillante storia di apocalisse di zombi come The Walking Dead, ma con tanto sentimento e altrettanto combattimento.
Interpretato dagli attori di Game of Thrones Pedro Pascal e Bella Ramsey, mostra la qualità viscerale e intima di un videogioco senza far sentire lo spettatore come se stesse giocando; è una serie aggressivamente competente, se non addirittura trascendente.
Mentre in game apprendiamo della pandemia principalmente attraverso dicerie e poster del CDC, la serie HBO utilizza una comunicazione che non può non richiamare la pandemia di Covid19: medici che discutono in un salotto televisivo del potenziale di estinzione di massa del cordyceps. Un esame del paziente zero, mascherine. Tante mascherine. Questa volta, il colpevole della fine del mondo non è un virus, ma un fungo che uccide e controlla il suo ospite e si diffonde attraverso i morsi di un corpo infetto. Questi zombie, chiamati “infetti”, sono ricoperti da escrescenze porose, possono correre e sono più difficili da uccidere.
La premiere della serie mette subito in chiaro due cose fondamentali: crea il mondo in cui trascorreremo i seguenti otto episodi, e mostra Joel come il personaggio complesso che è. Quando lo incontriamo in Texas, 20 anni prima degli eventi principali, il centro del suo mondo è sua figlia Sarah; il tratto iniziale della storia della ragazza offre istantanee della vita prima dell’imminente pandemia, viste attraverso i suoi occhi curiosi da adolescente, garantendoci una connessione più profonda con lei prima che accada il devastante colpo di scena. Questo inizio non solo ci mette in relazione con un mondo e un tempo familiare, ma anche con il rapporto tra Joel e Sarah, contestualizzando entrambe le informazioni chiave in un modo straordinariamente emotivo.
Mentre cala la notte e si scatena l’inferno, abbiamo alcuni dei nostri primi scorci di scene tratte dal gioco. Uno di questi imita quasi direttamente il posizionamento della telecamera del gioco, mentre ci sediamo sul sedile posteriore di un camion con Sarah e osserviamo il caos che si svolge dalla sua prospettiva. È una sequenza che ci fa dare anche uno sguardo alla complessa psiche di Joel, mentre Pedro Pascal mostra sottilmente sia la sua natura premurosa, che quella spietata.
Nei primi trenta minuti è il sole a farla da padrone, inondando lo schermo di colori caldi e vivaci, 20 anni dopo marroni, verdi e grigi desaturano il mondo e segnalano che i tempi più bui sono qui per restare.
Joel ora vive in una comunità di sopravvissuti dalle parti di Boston ed è coinvolto in piccole azioni di contrabbando. Gli viene affidato il compito di accompagnare Ellie attraverso un paese invaso dai funghi e dalle loro spore letali; insieme a loro c’è Tess, Anna Torv, una donna indurita, che brilla particolarmente in una scena dell’interrogatorio ben costruita e nella successiva fuga esplosiva.
I toni della terra, la ricca illuminazione, i netti livelli di saturazione, la vegetazione e il fogliame che sorpassano edifici e strade abbandonati: tutto sembra giusto, soprattutto se hai già sperimentato questo mondo in prima persona sulla PlayStation. Puoi quasi sentire l’odore della profanazione e della disperazione che aleggiano per le strade di Boston, mentre Joel trascina il corpo di un ragazzino giustiziato su una pira.
Toccante ma esplosivo, The Last of Us racchiude tutto ciò che rende così speciale il capitolo di apertura della saga videoludica, che sia la prima o la centesima volta ti colpisce dritto allo stomaco. Un debutto che mostra perfettamente la portata e la profondità emotiva del suo materiale originale, grazie ai talenti dietro e davanti alle quinte.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.