La prima cosa da chiarire è che no, non è un teen drama, e di questo sono molto grata. Netflix ultimamente spara adolescenti come se fossero coriandoli allo stadio e, francamente, ha un po’ rotto le palle; invece i giovani protagonisti di The Imperfects sono studenti già indipendenti, uniti da un passato difficile, che si ritrovano a dover collaborare per salvare la loro normalità.
Abbi, Juan e Tilda si sono conosciuti da bambini, quando hanno partecipato al programma sperimentale che avrebbe dovuto sanare, o perlomeno tenere a bada, il disturbo genetico che li affligge. Ora, a distanza di molti anni, la clinica che si è presa cura di loro ha smesso di fornire il farmaco e questo ha scatenato vari effetti collaterali che sembrano peggiorare sempre di più, costringendoli a recarsi di persona in sede. Qui faranno una scoperta sconvolgente che li costringe a mettere in pausa le loro vite per perseguire un bene superiore e sì, trovare una soluzione definitiva ai loro disturbi.
Per essere precisi, si trasformano in una Banshee, un Chupacabra (non un lupo mannaro) e una Succuba. Sfortunatamente, questi effetti collaterali molto specifici devastano davvero la vita delle persone a cui capita: ad esempio, la succube è Ace (Asessuale), quindi il fatto che tutti si sentano estremamente attratti da lei crea un disagio profondo. E la Banshee è una cantante. Accidenti!
Il fascino di questa serie è indiscutibilmente la sua bizzarria, il modo assurdo in cui questi ragazzi vengono costantemente messi alla prova e come riescono a dare il meglio in ogni avversità. Ci sono quantità indicibili di sangue e situazioni disgustose, dolore, lutto, tradimento, amicizia e speranza, nasi strappati a morsi, teste tagliate e organizzazioni scientifiche segrete: The Imperfects ha praticamente tutto quello che manca ad altri prodotti Netflix (Resident Evil, esci dall’aula).
X-Men, più horror e folcloristico, Netflix, ma senza liceali dementi. Effetti speciali più che soddisfacenti, una trama articolata ma fluida, tempi ben distribuiti tra azione e spiegazione, attori che lavorano bene insieme e una storia ricca di potenzialità.
In dieci episodi The Imperfects si racconta in modo eccellente, chiude un arco narrativo e lascia lo spazio per una continuazione che vorrei davvero vedere al più presto. Sembrerebbe il tipico show per il quale la piattaforma avrebbe potuto spendere milioni in promozione, invece viene quasi affossato dalla quantità allucinante di prodotti presenti e in arrivo; quasi sacrificato, nascosto, assolutamente non valorizzato a sufficienza in favore di titoli molto simili, ma non altrettanto validi.
Questa serie va vista per darle un’occasione, la possibilità di emergere dal marasma di mediocrità con cui deve competere.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.