La seconda stagione di The Gilded Age, ideata da Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia) disponibile dal 30 ottobre su NOW, è da poco terminata, con un discreto apprezzamento di pubblico e critica, a mio avviso, meritatissimo.
Si torna nella New York del XIX secolo e ritroviamo i nostri protagonisti tra balli sfarzosi, passatempi sportivi e battaglie sindacali, con il solito accostamento tra momenti leggeri e temi sociali scottanti, come le lotte di classe e il razzismo.
Siamo precisamente nel 1883, anno dell’inaugurazione del ponte di Brooklyn, uno degli eventi che fa da cornice alla narrazione, e va in scena la battaglia tra Mrs Astor (Donna Murphy) e l’Academy of Music, sostenuto dalla vecchia aristocrazia, e il nuovo Metropolitan, creato e sostenuto da Bertha Russell (Carrie Coon), indignata per non avere ottenuto un palco nel teatro storico.
Il marito di Bertha, George Russel (Morgan Spector) si scontra invece con il movimento sindacale di una delle sue fabbriche a Pittsburgh, Marian Brook (Louisa Jacobson), all’insaputa dell’arcigna zia Agnes (Christine Baranskj) lavora come insegnante d’arte e cerca di trovare una sua identità, mentre la nostra amata zia Ada ( Cynthia Nixon) trova finalmente l’amore. Peggy Scott (Denée Benton) si reca a Tuskegee in Alabama, con Mr Fortune per documentare l’apertura di una nuova scuola, mentre Oscar ( Blake Ritson) corteggia una ragazza, nel tentativo di sistemarsi, nonostante il suo orientamento sessuale.

La carne al fuoco è tanta e le vicende che riguardano la lotta di classe sicuramente sono centrali; tuttavia, questa è una stagione molto corale, in cui tutti i personaggi operano scelte che cambiano le loro vite e vengono trattati anche altri temi importanti, come il razzismo e le disumane condizioni di lavoro nelle fabbriche.
Peggy e Mr Fortune si ritrovano nel sud dove la convivenza con i bianchi all’epoca era molto difficile e vengono coinvolti in un episodio di violenza che mette veramente i brividi, inoltre pensando di essere privilegiati, rimangono delusi quando si ritroveranno a combattere nella loro moderna New York perché non vengano chiuse alcune scuole con allievi e insegnanti di colore, ritenuti inferiori.
Le vicende che coinvolgono Mr Russel ci mostrano i movimenti operai che lottano per ottenere il triplice otto, ovvero otto ore di lavoro, otto ore per dormire e altre otto per fare ciò che si desidera. Il contentino che il magnate gli offrirà nasconde ben altre intenzioni e dimostra quanto ancora in quel tempo si fosse lontani dai diritti attuali e inoltre se dapprima la storia ci fa empatizzare con lui, subito dopo ci rendiamo conto che è come tutti gli altri datori di lavoro.
Mi era simpatico fino a quel punto, ma mi ha deluso così come Bertha, che si rivela, a causa della sua sfrenata ambizione, una donna senza scrupoli e disposta a tutto.
Ho molto apprezzato anche il racconto sulla realizzazione del ponte di Brooklyn, che mi ha permesso di scoprire l’affascinante storia di Emily Warren, moglie dell’ingegnere Roebling, anche lei ingegnere, che, dopo la grave malattia del marito, prese le redini della supervisione del progetto portandolo a compimento. Le venne riconosciuto molti anni dopo, perché all’epoca non era accettabile che una donna si occupasse di lavori generalmente affidati agli uomini.

Nella serie Larry (Harry Richardson), personaggio positivo per eccellenza, dolce, sincero e altruista gliene rende merito, aumentando molto le sue quotazioni tra le fan che tifano per lui.
Ho amato che sia stata data maggiore attenzione alla servitù in questo secondo capitolo di The Gilded Age, facendoci apprezzare maggiormente l’umanità dei due maggiordomi, l’intelligenza del cameriere Jack, la dolcezza della governante Mrs Bruce e mi è piaciuta anche la storyline di Mr Watson persona buona, con grande dignità.
La fotografia, i costumi, compresi i gioielli, sono spettacolari, curatissimi e migliori rispetto alla stagione precedente.
Gli unici momenti di disturbo sono stati ritrovare la detestabile cameriera Turner in altre vesti e la troppo breve parentesi di felicità per Ada, uno dei migliori personaggi della serie.
Qualche puntata in più avrebbe giovato, a volte troppo repentina è risultata l’evoluzione di alcune vicende. Se Bertha e Mr Russel hanno subito una discesa nella lista dei miei preferiti, quello che è decisamente salito è Oscar, sconfitto in questa stagione su tutti i fronti.
Il finale è stato scoppiettante, la guerra dell’Opera, come del resto prevedibile, è stata vinta da Bertha Russell, attraverso un accordo che coinvolge la figlia e che fa presagire un duro scontro con la ragazza e il marito.
Marian, scampata a un fidanzamento con un uomo veramente insipido, e Larry hanno avuto un momento romantico. Resta da vedere se e come la cosa evolverà, inoltre c’è stato un evento che cambierà molto le dinamiche in casa tra Agnes e Ada e che, secondo me, ci regalerà momenti esilaranti. The Gilded Age è stata rinnovata per una terza stagione in arrivo probabilmente nei primi mesi del 2025 e sinceramente chi l’ha apprezzata non vede l’ora.


Gli storici sono la mia passione, mi piacerebbe catapultarmi durante la Reggenza tra balli e corteggiamenti. Amo gli amori contrastati e sono una sentimentale... mi commuovo pure per le pubblicità. L'altra mia passione è Grey's Anatomy che seguo dalla prima puntata anche se il mio personaggio preferito è morto nell'undicesima stagione... 😡