THE CLUB, titolo originale Kulüp, è un dramma turco a sfondo storico presente su Netflix. Con i primi sei episodi conosciamo i personaggi e come le loro strade si incroceranno al Club di Istanbul.
Da non confondere con la messicana El Club che si trova sempre sulla tessa piattaforma.
Per gli amanti dei period-drama questa è la serie perfetta.
Mettendo da parte le atmosfere inglesi con i verdi paesaggi, il tè pomeridiano, i balli, i sospiri e le storie d’amore alla Jane Austen, ci addentriamo nella Turchia degli anni ’50: un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali e di una convivenza difficile tra le religioni. Nel corso della storia i non musulmani iniziano a essere relegati in un angolo.
La protagonista è Matilda, ebrea sefardita, che grazie a un’amnistia del governo turco uscirà di prigione dopo diciassette anni, colpevole di aver ucciso il fidanzato (avevo detto niente storie d’amore alla Jane Austen).
La donna desidera lasciarsi il triste passato alle spalle e andare in Israele, luogo dove quasi tutti i personaggi vorrebbero recarsi, una sorta di “American Dream”.
Ci riusciranno? Per ora no, vedremo nella seconda parte. Forse saranno più fortunati, ma visto l’inizio credo che finirà tutto in una valle di lacrime.

Matilda prima di partire si reca da un vecchio amico che si è preso cura della figlia Raşel, cresciuta in orfanotrofio. La donna non vuole conoscerla ma semplicemente lasciarle del denaro e sparire. La madre dell’anno!
Ma il Karma è come un boomerang: ritorna sempre indietro e ti colpisce dritto in faccia.
La ribelle Raşel si metterà nei guai, a quanto pare un vizio di famiglia, e farà scattare il lato materno di Matilda che deciderà di salvare e conoscere la figlia.
Pagherà lavorando come lavandaia nel Club gestito da Çelebi, un viscido omuncolo che odia la donna.
I due hanno un legame, ma lei non ricorda chi sia e soprattutto non capisce perché la tratti da schifo (grazie a dei flashback scopriremo il loro passato, peccato che l’odio che lui prova nei confronti della donna non mi è chiaro, per farla breve ho capito ma non ho capito).
Il rapporto tra madre e figlia sarà particolarmente complicato; Matilda cerca di creare un legame con lei sperando che questa non commetta i suoi stessi errori, mentre la giovane vorrebbe conoscere le sue origini e il motivo per cui è stata abbandonata.
Raşel non solo dovrà gestire il rapporto con la madre ritrovata, ma dovrà fare i conti anche con l’amore per Ismet, un donnaiolo restio a crearsi una famiglia a causa dei traumi del passato (pure lui! Se avesse avuto un’infanzia felice sarebbe stato scortese nei confronti di tutti gli altri).
In realtà la ama ma ovviamente la getta tra le braccia di un altro uomo. Il (non) triangolo più brutto che abbia visto in una serie. Il terzo incomodo è dolce ma è un perfetto broccolo (su questi tre stendo un velo pietoso).

Il mai una gioia di Matilde, Raşel, Ismet e Çelebi è contagioso e colpisce anche Selim, il personaggio più riuscito di questa serie.
Un uomo pieno di sogni e desideri, che ha perso ogni rapporto con i genitori perché ha preferito una carriera da cantante in un locale, ruolo che all’epoca era prerogativa solo delle donne.
Anche il proprietario del Club, Orhan, è condannato alla tristezza perpetua. Stessa sorte riguarda tutti coloro che ci lavorano.

Insomma, ricchi e poveri, musulmani e non vivono delle vite tristi, infelici e mediocri. Se volete un period-drama brioso c’è sempre Bridgerton.
Ciò che rende meraviglioso The Club sono le canzoni cantate da Selim che trasportano lo spettatore in un’altra epoca e nei drammi di tutti i personaggi che vivono in questa Istanbul anni Cinquanta davvero affascinante e ben realizzata.
Persone all’antica e moderne nella stessa storia. Le nostre storie nascono dalle luci del palco. Una Lotta tra Est e Ovest. Un amore che nasce, un mutamento che si crea. Come questo paese. Come la Turchia.
Spettacoli musicali e sogni che si scontrano con amori impossibili e una realtà fatta di ingiustizie sociali e culturali… tutto questo è: THE CLUB!

Caterina

Avete presente il mondo gotico di Penny Dreadful? Preparatevi perché non avete visto niente. Lasciatevi trascinare dal mio elegante cinismo…ne vale la pena. Se da piccola desideravo ricevere il bacio del vero amore come le principesse, con gli anni il crime si impossessa di me e capisco che dare la caccia ai cattivi è più divertente del vissero felici e contenti. Nonostante ciò, resto sempre una romanticona, infatti amo i period-drama. Da sempre ho evitato le soap spagnole ma alle Dizi turche non sono riuscita a resistere