Something in the rain, serie del 2018 disponibile su Netflix in coreano con i sottotitoli italiani, diversamente da come potrebbe sembrare all’inizio, non è la storia dell’amore tra Jin- ah e Joon-hee, ma il racconto dolce-amaro della crescita sentimentale e umana di Jin-ah, una splendida Son Ye-jin, nota agli amanti del genere per aver interpretato Se-ri in CLOY.
Yoon Jin-ah, da poco tornata single, ha 35 anni e lavora per un’azienda distributrice di caffè in cui le impiegate ricevono evidenti molestie.
Vive ancora in casa con i suoi genitori, ricevendo continui insulti dalla madre che vorrebbe vederla sposata con un buon partito e con figli.
Un giorno rincontra Seo Joon-hee, 25 anni e fratello minore della sua migliore amica, che dopo un lungo periodo all’estero come grafico, torna nella sede coreana della sua azienda, nello stesso stabile in cui lavora lei.
In poco tempo il rapporto di amicizia che legava i due si trasforma in altro, e nonostante la differenza di età e la consapevolezza che la loro relazione potrebbe creare dei problemi, iniziano a frequentarsi.
La storia viene tenuta nascosta dai due per il timore della reazione della madre di lei e della sorella di lui, che infatti non la prendono bene. La coppia si trova a fronteggiare quindi molte difficoltà e a un certo punto i due si lasceranno, perché hanno due diversi visioni sul come affrontare la loro relazione…
Ho amato molto Jin-ah, in realtà per lei l’amore è stato un catalizzatore che le ha permesso finalmente di voler bene a se stessa, mettersi al primo posto ed emanciparsi, sia da una famiglia gretta e castrante sia da un ambiente lavorativo violento e malsano, dove domina il sessismo.
È una serie che suscita rabbia e mostra proprio come spesso la dignità lavorativa e familiare delle donne venga minata quasi come se fosse normale e di come a volte piccoli gesti che all’inizio pensiamo siano trascurabili invece siano profondi solchi nell’anima di chi li subisce, causando senso di insicurezza e inadeguatezza.
L’amore del dolce e coccoloso Joon-hee permette alla donna di riscattarsi completamente, non attraverso la soluzione sbrigativa che il ragazzo propone, ma rimanendo e lottando, anche a costo di perdere tutto.
Ho preferito infatti la seconda parte di Something in the rain (le ultime quattro puntate in particolare) in cui i nodi vengono al pettine piuttosto che la fase iniziale di corteggiamento e innamoramento, infatti se devo trovare un difetto forse è che il personaggio di lui l’ho trovato fin troppo dolce e accondiscendente.
Bravissime le interpreti della odiosa madre e della sorella di lui, che a differenza della prima non mi ha irritato più di tanto, anzi mi ha fatto spesso tenerezza.
Ora due menzioni speciali: innanzitutto la colonna sonora, forse la più bella dei drammi finora visti, con il tema Stand by Your Man di Tammy Wynette, un brano del 1968 reinterpretato da Carla Bruni, che ti rimane dentro.
L’altra alla pioggia e agli ombrelli a segnare i momenti più belli di Something in the Rain e a simboleggiare la funzione protettrice e accudente dell’amore nelle tempeste della vita.
Something in the rain è un prodotto che merita, straconsigliato! Qui il trailer.
Voto 5/5
Gli storici sono la mia passione, mi piacerebbe catapultarmi durante la Reggenza tra balli e corteggiamenti. Amo gli amori contrastati e sono una sentimentale... mi commuovo pure per le pubblicità. L'altra mia passione è Grey's Anatomy che seguo dalla prima puntata anche se il mio personaggio preferito è morto nell'undicesima stagione... 😡