Shardlake, composta da 4 episodi e disponibile su Disney+ dal 1 maggio, è un piacevole period drama investigativo tratto dall’omonima serie di romanzi di C. J. Sansom.
È una “Tudor detective story” che si svolge ai tempi del regno di Enrico VIII e ha come protagonista lo straordinario avvocato Matthew Shardlake, con problemi fisici importanti, ma dotato di grande acume.
La storia si ispira alla serie di racconti pubblicati dal 2003 e iniziata con Dissoluzione.
Un anno dopo l’esecuzione di Anna Bolena avvenuta nel 1537, Enrico VIII stabilì l’esproprio dei possedimenti ai monasteri minori, al fine di portare nelle casse dello stato ingenti quantità di denaro.
La mano lunga del re è il Lord Cancelliere Thomas Cromwell, che era stato anche l’artefice della condanna della Bolena.
Gli eventi della serie partono nell’autunno del 1537, quando l’avvocato Matthew Shardlake viene inviato nella remota abbazia di Scarnsea per far luce sull’assassinio del commissario Singleton.
Lo scopo è chiudere il monastero, trovando il colpevole e annettere alla monarchia le sue ricchezze. Ad aiutare lo scaltro avvocato ci sarà Jack Barack, scagnozzo di Cromwell.
Durante le indagini, i due capiranno che i monaci nascondono parecchi segreti: imbrogli economici, lussuria, bugie e verità nascoste in posti impensabili, ma si troveranno anche davanti a grandi realtà che coinvolgono gli alti ranghi dello stato.
Mastro Shardlake, interpretato da un magnifico Arthur Hughes, è oltre che intelligente anche un puro, un idealista e da sostenitore del Re, piano piano deve mettere in dubbio le sue convinzioni e districarsi tra la sua lealtà alla causa e il suo senso di giustizia, con non pochi problemi.
Hughes è stato il primo attore con disabilità a interpretare Riccardo III per la Royal Shakespeare Company – nato con una displasia radiale che colpisce il braccio destro- ed è senza dubbio perfetto per il ruolo, visto che comprende appieno l’orgoglio di Shardlake di fronte a quella che alcuni considerano una invalidità che lo rende meno credibile come persona.
Thomas Cromwell è interpretato da Sean Bean che calza perfettamente il ruolo di un uomo pericoloso e viscido. È stato emozionante vedere un personaggio interpretato da Bean non morire e già per questo l’ho amato.
Anthony Boyle veste i panni dell’arrogante Jack Barak, utilissimo come Watson per il protagonista, uno squattrinato, all’inizio con il solo interesse di compiacere Cromwell, mostra una bella evoluzione personale, facendosi contagiare dal senso di giustizia dell’avvocato.
La loro coppia funziona, il carattere estroverso del primo si abbina bene con quello serioso di Shardlake.
L’atmosfera è molto ben curata e le suggestioni de ‘’Il nome della Rosa‘’ sono forti. Questa però è una serie molto scorrevole, che non annoia, grazie anche alla scelta di fare solo 4 episodi, che chiariscono tutti i dubbi e non appesantiscono lo spettatore.
Rimane molto forte la sensazione che nonostante la risoluzione del mistero i due protagonisti si rendano conto di essere comunque schiacciati dalle potenti forze che li circondano.
Emblematica è l’affermazione di Cromwell
“La verità deve essere ciò che vogliamo che sia”, davanti alla quale anche lo scaltro Shardlake è impotente.
Da vedere.
Gli storici sono la mia passione, mi piacerebbe catapultarmi durante la Reggenza tra balli e corteggiamenti. Amo gli amori contrastati e sono una sentimentale... mi commuovo pure per le pubblicità. L'altra mia passione è Grey's Anatomy che seguo dalla prima puntata anche se il mio personaggio preferito è morto nell'undicesima stagione... 😡