La nascita di Red Notice: una fiaba moderna.
Ogni mattina un produttore si sveglia tutto sudato nel suo letto e urla “Ho X milioni di dollari! Portatemi uno script mediocre e infiliamoci attori famosi!”; poi arriva il direttore del casting cerca su instagram gli interpreti più amati della settimana e li mette insieme sfruttando al massimo le dinamiche che li hanno resi celebri. Ecco, quindi, che arrivano Ryan Reynolds in una versione soft di Deadpool, Gal Gadot e la sua Wonder Woman senza superpoteri ma con le stesse identiche mosse, e Dwayne Jhonson che ha scelto di essere lui stesso un personaggio. Così, per non sbagliare. L’ironia è che mi stanno tutti e tre simpatici, non ce l’ho con loro, ma vederli continuamente nel medesimo ruolo sta diventando davvero ridicolo.
Vogliamo parlare della trama?
Dwayne Jhonson interpreta un profiler dell’F.B.I. (inserire risate) che si ritrova accusato ingiustamente di un crimine e deve quindi allearsi con Ryan Reynolds, col quale, ovviamente, si instaura un buffo rapporto di complicità, battute e parolacce; contro di loro Gal Gadot, il cui personaggio combatte come un ninja e ha gambe chilometriche, oltre a essere sempre dieci passi avanti. In un caotico e affascinante giro del mondo, da Roma al Cairo, passando per una prigione siberiana e Bali, spuntano anche l’Interpol, i nazisti, alcuni mercanti d’armi e perfino Ed Sheeran. Per chiarire, eccovi il trailer.
Red Notice è un film rumoroso, che serve allo spettatore un mix perfetto di ciò che piace alle masse: un cast commerciale, combattimenti corpo a corpo, una femme fatale, quel tanto di suspense che basta a non distrarsi, il più classico richiamo all’avventura in stile Indiana Jones e un plot twist che urla “Franchise” a squarciagola.
Purtroppo, in questo giro del mondo sembra tutto finto; manca la scoperta dell’indizio e ci sono fin troppi flashback che spiegano i trucchi usati da Nolan qui e là per liberarsi o ottenere qualcosa. Ho come la sensazione che se lo avessi visto al cinema mi sarei arrabbiata, perché sicuramente non vale il prezzo del biglietto, mentre averlo a disposizione su Netflix sicuramente mi fa valutare questo film con meno severità, ma la qualità è un’altra cosa. Qui c’è solo gente che incassa assegni, manca completamente qualsiasi tentativo di fare qualcosa di più di un misero brand: se la fotografia e gli effetti speciali continuano a evolversi eccellendo sempre di più, scrittura e recitazione sembrano volersi prendere una pausa dall’essere quantomeno mediocri.
Insomma, due stelle regalate solo perché è compreso nell’abbonamento Netflix.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.