Lunedì scorso è andata in scena la seconda puntata di “Vostro Onore” che ha raggiunto ottimi livelli di share confermandosi un buon prodotto.
Leggete anche la recensione della prima puntata.
Ma partiamo un po’ dalla trama: avevamo lasciato il giudice Pagani alle prese con una terribile telefonata dell’amico poliziotto Salvatore che gli confermava il fatto che Nino Grava, ladruncolo di auto accusato ora ingiustamente dell’incidente che ha ridotto in coma Diego Silva, aveva intenzione di parlare e di testimoniare la sua estraneità ai fatti, mettendo così di nuovo in pericolo la posizione di Matteo, il figlio del giudice.

Tutti e due gli episodi sono incentrati sulle strategie di Vittorio per togliere il figlio dai guai ma allo stesso tempo difendere Nino: quest’ultimo, infatti, è in grave pericolo perché i Silva vogliono vendicarsi di lui.
L’ansia, in questa puntata, cresce a mille perché sono vari i momenti in cui il giudice commette reati o si pone al di sopra della legge: prima fa sparire una macchina che potrebbe scagionare Nino, poi, ruba della cocaina purissima per metterla in un casale dove sa che la polizia la ritroverà dopo una soffiata di quest’ultimo che, però, ne pagherà amaramente le conseguenze.
Quando sembra che le cose vadano per il meglio e che Nino sia finalmente libero dalla prigione in un programma di protezione, ecco che succede una cosa terribile che mi ha lasciato con il cuore spezzato in due (ma ovviamente, niente spoiler!).
Matteo, invece, è alle prese con le sue beghe da liceale e con il nuovo amore, molto pericoloso, per la figlia del nuovo dirigente della polizia di Milano, Camilla.
La ragazza è molto simpatica, molto di più della ex stronzetta che ha fatto benissimo a lasciare: ovviamente le scene tra questi ragazzi mancano assolutamente del pathos che sanno trasmettere i “genitori” per via di una recitazione a dir poco approssimativa.

Proprio per questo riesco a entrare in sintonia più con la vita del padre Vittorio che con quella del figlio: sarò diventata troppo vecchia io per empatizzare con i giovanotti?
Il titolo di questa recensione l’ho rubato da un dialogo di una delle più belle scene della puntata, quella del confronto tra il presidente del tribunale (interpretato da un bravissimo, as usual, Remo Girone) e Vittorio.
Una discussione basata sul concetto di Bene che si sta sgretolando tra le mani del giudice, pronto a tutto per salvare suo figlio, anche a delinquere; il Bene, perciò, diventa qualcosa di non assoluto ma di relativo, qualcosa per cui lottare sempre ma per cui serve, a volte, anche scendere a dei compromessi. Mi sono chiesta più volte cosa farei per proteggere i miei cari e se sarei pronta a mentire e ad andare contro la legge e mi sono risposta che avrei fatto le stesse identiche cose del giudice Pagani, senza nessun rimorso.
Il rapporto tra padre e figlio, man mano che si va avanti, si cementifica sempre di più diventando il momento più tenero della fiction: la scena in cui Matteo dice a Vittorio che non è “un padre da niente” facendogli capire in qualche modo il bene che gli vuole, a me, ehm, ha emozionato (sono molto sensibile sulla tematica!).

Insomma, in definitiva questi nuovi episodi mi sono piaciuti perché sanno trasmettere buoni sentimenti, anche tanta angoscia e, soprattutto, fanno ragionare su argomenti molto importanti come la giustizia e il concetto di Bene e Male.
Attendo i prossimi con trepidazione, se non ci saranno cambi di programma, la messa in onda dovrebbe essere lunedì 14 marzo alle ore 21.25. Appuntamento da non perdere!

Tra il libro e il film ho sempre preferito il libro, per questo cerco sempre di guardare serie tv con sceneggiatura originale. Più son truci e meglio è, perché l'unico modo per combattere il Male è attraverso la sua conoscenza. Se mi cercate, non mi troverete mai al cinema nelle sale dei film strappalacrime. Molto meglio gli horror e tanti, tanti pop corn!