Ecco una recensione delle prime due stagioni della serie che ha riportato al successo Bill Pullman “The Sinner” e che è giunta al termine nel 2021.
The sinner era partita come una miniserie autoconclusiva con protagonisti Jessica Biel e Bill Pullman, però, visto il grandissimo successo delle puntate, è diventata, per la gioia di tutti, una serie antologica in cui il fil rouge che lega assieme tutto è il detective Harry Ambrose (interpretato, per l’appunto, da Pullman) il quale, di volta in volta, si trova a risolvere casi sempre più complessi che nascondono misteri terribili e inquietanti.
Ma partiamo dall’inizio e vediamo cosa succede nella prima stagione!
Stagione 1, La storia di Cora Tannetti: quando i traumi del passato ti portano a uccidere.
Cora Tannetti è una giovane madre: ha un marito, un figlio piccolo e soffre della presenza ammorbante dei suoceri nella sua quotidianità; tutto nella norma, insomma, almeno apparentemente!
Un giorno, con la famiglia, decide di fare una gita al lago, vicino a Dorchester: arrivata in spiaggia, mentre sta sbucciando una pera al figlio, Cora, improvvisamente e con lo stesso coltello, pugnala a morte un uomo, Frankie Belmont.
Tutto appare totalmente inspiegabile e il caso viene affidato al detective Ambrose che è un personaggio molto controverso (lavoratore indefesso e bravo, ma in crisi con la moglie perché ha il vizietto di praticare il bondage con una prostituta): Ambrose, però, capisce subito che questo omicidio nasconde molto di più e, attraverso indagini e numerosi colloqui con Cora, arriva pian piano a scoprire la verità.
La donna conosceva già Frankie e nasconde un passato traumatico legato alla morte della sorella Phoebe.
Mi è davvero impossibile svelare di più perché l’intreccio è talmente concatenato e subdolo che rischierei di rovinarvi completamente la visione della prima stagione.
Lo sceneggiato ha ricevuto numerosi premi e candidature che sono, a mio avviso, totalmente meritate: Jessica Biel è stata veramente bravissima a interpretare un personaggio tormentato come Cora Tannetti e tutti i protagonisti sono credibili e bravi nella recitazione.
Il vero plauso, però, va agli ideatori della storia: è così ben orchestrata da non lasciare nemmeno prendere fiato, ogni episodio ha un colpo di scena, il cardiopalma è sempre dietro l’angolo fino alla conclusione che lascia veramente a bocca aperta non tanto perché inaspettata, ma quanto perché è davvero drammatica e struggente.
Tutti vorremmo un detective come Harry Ambrose al nostro fianco ed ecco perché gli autori hanno subito messo in cantiere la seconda stagione… un attimo di pazienza e vi do qualche anticipazione anche su quella!
Stagione 2, l’omicidio a opera di un bambino: Harry Ambrose torna nella città natale
Quando la giovane detective Heather Novack scopre che nella sua città, Keller, è avvenuto un duplice omicidio per avvelenamento e il sospettato è Julian Walker, un bambino di tredici anni, decide di contattare un vecchio amico di suo padre, balzato alle cronache da poco per aver risolto il caso Tannetti, ossia Harry Ambrose.
Il detective torna così nella sua città natale, ma un terribile ricordo lo lega a quei luoghi: l’aver incendiato casa per la sofferenza che gli causava vedere sua madre malata di bipolarismo.
Il caso, comunque, è dei più difficili: Julian è il figlio di Vera Walker, responsabile di una specie di Comune che si chiama Mosswood Groove: il luogo nasconde molteplici segreti e abusi e Ambrose ha un bel da fare per riuscire a salvare quel bambino a cui si è tanto affezionato.
La detective Heather Novak, intanto, si mette sulle tracce di una sua vecchia amica, Marin Calhoun, di cui era segretamente innamorata, che diventerà la vera chiave per la soluzione dell’intera faccenda.
Anche in questo caso non voglio svelare troppo, altrimenti perdereste tutto il pathos della vicenda.
La seconda stagione rimane un buon prodotto anche se ho preferito la prima.
Restano le caratteristiche dello sceneggiato: colpi di scena, segreti inconfessabili e, devo ammetterlo, guardando questa serie il tempo scorre velocissimo (tanto che mi sono ritrovata alla fine senza quasi rendermene conto), ma i personaggi della seconda stagione sono meno gradevoli di quelli della prima e ho empatizzato meno.
La nota dolente arriva ora poiché la terza stagione, a detta di tutti, è la più brutta: in tanti mi hanno sconsigliato di guardarla in quanto dicono che l’espediente per creare il caso stavolta è debole e che, comunque, resta poco credibile che tutti le indagini di Ambrose siano simili, ossia, il colpevole è lampante, ma poi appare un mistero travolgente che porta alla totale giustificazione dell’assassino.
Staremo a vedere perché non ho intenzione di demordere nonostante le terribili recensioni della terza stagione: troverò il coraggio di guardarla e di dirvi cosa ne ho pensato!
Stay tuned!
Vi lascio il trailer di The SInner 3
Tra il libro e il film ho sempre preferito il libro, per questo cerco sempre di guardare serie tv con sceneggiatura originale. Più son truci e meglio è, perché l'unico modo per combattere il Male è attraverso la sua conoscenza. Se mi cercate, non mi troverete mai al cinema nelle sale dei film strappalacrime. Molto meglio gli horror e tanti, tanti pop corn!