And just like that…siamo arrivati alla fine di questo sequel di Sex and the city di cui certo moltissimi di noi non sentivano il bisogno ma che, alla fin fine, non è stato poi così male!
Per un breve recap, ecco la recensione delle prime due puntate!
Certo, i tempi sono cambiati: Carrie che si opera all’anca, i capelli da Grey Pride di Miranda, la menopausa di Charlotte, tutte vicende che ci fanno pensare quanto sia lontana la vita spregiudicata e rock and roll che vivevano le nostre eroine negli anni ’90…

Si è fatta molto sentire, inoltre, la mancanza di Samantha, sostituita dal personaggio dell’agente immobiliare di origine indiana Seema che, però, è solo uno spettro di quello che fu, ai bei tempi, la Jones.
Seema poteva essere evitata e sicuramente non lascia un ricordo indelebile in noi spettatori, oltretutto, Samantha non è mai scomparsa in quanto rivive nella chat con Carrie che le scrive a ogni piè sospinto fino a strapparle anche un invito a bere qualcosa a Parigi.
Ovviamente, questa insistenza in And just like that… nel non voler abbandonare Samantha come personaggio ha i suoi lati un po’ improbabili: Carrie sembra quasi più legata a lei che alle altre due, mentre Miranda e Charlotte non hanno aperto nessuna linea di comunicazione con l’ex amica, dimostrando a tutti gli effetti che per loro “morto un papa se ne fa un altro”.
Anche l’amore viene trattato in maniera diversa: Charlotte è alle prese con il suo matrimonio duraturo ancora agitato dall’onda della passione (ci si domanda come una donna tanto attenta all’estetica si sia sposata con un uomo così lontano dai canoni classici di bellezza…), Miranda cade preda d’amore per Che Diaz, la mirabolante comica non binaria, diventando, quindi, un esempio di amore queer (non proprio ciò che ci potevamo aspettare da una inquadrata come lei…), Carrie, dopo la morte di Big, impiega un sacco di puntate per dare una chance a un vedovo inconsolabile come lei per poi, alla fine…beh, non ve lo svelo, certo il finale apre a moltissimi nuovi avvenimenti.

Quello che più colpisce, però, è la malinconia sottostante a ogni puntata: è ovviamente comprensibile che un evento devastante come la morte di Mr. Big avrebbe avuto delle conseguenze su Carrie e sugli eventi successivi ma, davvero, non mi sarei mai aspettata di provare tristezza guardando Sex and the city…
Rimane un prodotto divertente, leggero, godibile ma, in questo caso, con aspetti più maturi, più velati di sofferenza: il sesso non fa più da padrone (sebbene Miranda si dia molto da fare…), regnano, invece, i sentimenti, quelli più puri come l’amore incondizionato verso un marito morto, il bene verso i figli, l’accettazione degli altri…
Devo solo dire una cosa: Chez Diaz è il personaggio più odioso del mondo o, almeno, io l’ho detestato. E davvero non capisco come Miranda possa essersi innamorata di lei, anzi, di loro (essendo una persona non binaria!).
Simpatica come un gatto appeso voi sapete dove e, secondo me, non molto attenta ai bisogni della Hobbes, della quale se ne frega per tutto il tempo. Diciamo che l’ex avvocato è la protagonista che cambia di più in questo sequel diventando, però, molto peggiore di prima: ok seguire il cuore, ok non essere più vittima del lavoro, ma lasciare tutto per seguire Che a Los Angeles, non si sa per quanto, non è sicuramente un bell’esempio di donna emancipata, soprattutto considerando il fatto che Che non è il tipo che farebbe rinunce per amore.

Da un lato è molto importante che la serie tratti tematiche come la disforia di genere, l’omosessualità, l’esistenza di persone non binarie ma, certo, è un po’ strano che sia tutto condensato nelle loro vite e penso che si sia un po’ perso il valore della normalità a favore dell’estremizzazione del politically correct.
Un tempo Sex and the city non era questo: era solo la storia di quattro amiche newyorkesi che si vivevano a pieno la città con i suoi amori e le sue contraddizioni ma, si sa, uno sceneggiato è anche lo specchio dei tempi, quindi, ben vengano le novità!


Tra il libro e il film ho sempre preferito il libro, per questo cerco sempre di guardare serie tv con sceneggiatura originale. Più son truci e meglio è, perché l'unico modo per combattere il Male è attraverso la sua conoscenza. Se mi cercate, non mi troverete mai al cinema nelle sale dei film strappalacrime. Molto meglio gli horror e tanti, tanti pop corn!