Il primo episodio di Ranma ½ è disponibile dal 5 ottobre su Netflix grazie alla cura di MAPPA, studio di animazione giapponese che ha preso in carica il remake.
Non credo ci sia bisogno di tante presentazioni, almeno non per i millenials come me che si sono goduti appieno sia il manga, scritto e disegnato da Rumiko Takahashi, che la serie anime, arrivata in Italia nel 1996. Quindi introdurrò ai profani…
La storia parla di Ranma Saotome, un sedicenne esperto di arti marziali, di ritorno da un allenamento in Cina con il padre Genma per rispettare una decisione presa a sua insaputa secondo la quale dovrà sposare una delle figlie di Soun Tendo.
Sia Ranma che Akane, Nabiki e Kasumi non sono interessati all’accordo e a complicare il tutto c’è di mezzo la maledizione che affligge il sedicenne, capace di trasformarsi in ragazza ogni volta che entra in contatto con l’acqua fredda.
La storia si dipana tra casa, la palestra Tendo e la scuola, e sarà ricca di momenti esilaranti e incomprensioni.

Non credo ci sia molto da dire sulla trama che sono sicura riuscirà a catturarvi, quanto ci sarebbe da discutere sull’esecuzione.
Ovviamente il remake, targato MAPPA, è figlio del suo tempo. È un prodotto creato per avvicinare la nuova generazione, in grado di rispecchiarne gli ideali, e quindi diverso da ciò che ricordiamo.
Sarebbe anche solo inutile comparare le tecniche di animazione con l’anime degli anni ’90, che, attenzione, non era privo di difetti. I disegni ovviamente si discostano dagli originali, ma lì non si può fare molto. Cosa che non si può dire per i colori, dove si nota un calo drastico della saturazione, sono nettamente meno vibranti, meno ricchi.
Le scene d’azione, come la lotta padre-figlio sulle pozze maledette, sono ben gestite, si riesce a percepire l’impatto dei colpi e sono arricchite da scritte onomatopeiche che enfatizzano l’evento.
La caratterizzazione dei personaggi è cambiata, Akane e Ranma (versione femminile) dovrebbero essere più maschiacce, con una personalità più forte, invece sembrano edulcorate. Non so se mi piaccia o meno questo cambiamento, sono curiosa di incontrare Shampoo, ma soprattutto Kodachi e vedere se anche loro sono state ridimensionate.
L’unico aspetto che è davvero brutto è il doppiaggio, a parte Genma e Soun che non mi sono dispiaciuti tanto, gli altri hanno voci abbastanza anonime e facilmente confondibili. Un grosso no, per un settore come quello italiano che normalmente eccelle in maniera impeccabile.
Il linguaggio è stato ripulito, possiamo dire addio alle imprecazioni o insulti coloriti. Ci dovremmo aspettare anche censure? Probabilmente sì, ma staremo a vedere.
In definitiva, il primo episodio di Ranma ½ non si presenta malissimo, le premesse per un buon prodotto ci sono tutte, basta solo approcciarsi come se fosse qualcosa di nuovo. Sono curiosa di vedere come hanno gestito la storia e spero non finisca a tarallucci e vino come per l’atroce remake di Sailor Moon.
Per i nostalgici che non riescono a rinunciare ai disegni della Takahashi consiglio di recuperare il manga che è in ristampa sotto JPOP.

Avete presente quando inizia a piacervi un personaggio e dopo cinque minuti muore o quando alla fine di una serie che vi è piaciuta tanto ne annunciano la cancellazione? Ecco, quello è il mio mai una gioia personale. Ho un talento naturale nel trovare le brutture più indicibili da guardare e dopo averlo fatto mi consolo divorando patatine e horror.