Partner Track, la cui prima stagione è appena uscita su Netflix, si presenta come la classica commedia romantica che tutti noi abbiamo già visto non meno di dodici volte, repliche escluse.
Mai come in questo caso, gli autori hanno scelto intenzionalmente ogni singolo cliché, è stata una caccia mirata alle banalità, prese per comporre una serie come se fosse una lettera di riscatto fatta coi ritagli di giornale.
Ingrid è un’avvocatessa cinoamericana di New York, laureata ad Harvard, che combatte per l’imminente promozione a socia dello studio Pezzi di Merda e Associati; la sua vita è interamente dedicata alla carriera e ha due migliori amici.
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Vicino a loro, il collega sessista e razzista ma troppo ammanicato per essere silurato, un gruppetto di Brad, o Chad, o Troy, paralegali fedeli, un capo stronzo, clienti problematici, un ragazzo ricco e bello, che ha un cuore d’oro e una sorella problematica.
Finiamo la cartella e la scorta di fagioli col tizio che attizza. La chimica tra i due attori è inesistente, sarebbero più a loro agio in un ascensore pregno di scoregge, ma tant’è, hanno deciso di metterli insieme e ci adeguiamo.
Il comportamento di Ingrid sul lavoro potrebbe essere più facile da sopportare, se la sua vita romantica avesse almeno un po’ di brio, ma anche qui Partner Track non è all’altezza dando agli spettatori un triangolo amoroso privo di passione. Da un lato, c’è il ragazzo ricco innamorato apparentemente perfetto per Ingrid, dall’altro c’è l’affascinante (poco in realtà) collega appena trasferito.
Effettivamente, da quando compare un certo personaggio sullo schermo, non ho fatto a meno di chiedermi se non fosse lui il vero interesse amoroso della donna: l’alchimia tra i due è perfetta, eppure… forse dopo il misero cliffhanger finale è su di lui che forse si concentrerà una ipotetica seconda stagione, o almeno me lo auguro, perché il protagonista maschile è davvero un bambacione senza senso.
Nel corso di dieci episodi, non ho fatto altro che chiedermi perché chiamare la serie Partner Track. Ci stava molto meglio Ingrid che fa cazzate, oppure Ingrid che si fa terra bruciata intorno e poi piange, ma no, a loro piaceva così.
È tutto così incompleto.
La sensazione è che manchino dei pezzi, come se ci fossimo lasciati qualcosa per strada. Nondimeno, la protagonista stessa viene sminuita continuamente, prendendo decisioni demenziali e venendo scavalcata a ogni occasione; come fa una donna intelligente come Ingrid a non vedere tutte quelle bandierine rosse attorno a lei?
Purtroppo questa prima stagione non è niente di che, è un attimo distrarsi e perdere interesse anche quando la storia dovrebbe essere nei suoi momenti più avvincenti.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.