Night Swim è arrivato nelle nostre sale cinematografiche il 22 febbraio e vede una famiglia americana alle prese con una piscina molto particolare.
BlumHouse è una garanzia, basti pensare a successoni horror come Paranormal Activity, la saga del demone rosso di Insidious, Sinister con Ethan Hawke. Eppure negli ultimi anni c’è stato un calo di qualità indiscutibile, con qualche rara eccezione, vero, ma pur sempre un peggioramento.
Abbiamo visto ogni sorta di oggetto maledetto: bambole, foto, vhs, libri, case e chi più ne ha più ne metta, ma mai una piscina e a chi dobbiamo l’onore di cotanta fesseria? A Bryce McGuire, regista e sceneggiatore del film, che ha avuto la brillante idea di allungare la minestra di un corto che aveva già realizzato.
In Night Swim, i Waller si trasferiscono in una nuova casa perché il capofamiglia Ray (Wyatt Russell), affetto da una malattia degenerativa, ha bisogno di riposo e la piscina sul retro potrebbe aiutarlo fisicamente a rallentare i sintomi. I primi giorni di trasloco sono sempre un caos e durante la pulitura dello scarico della piscina, avviene il fattaccio: Ray con il braccio infilato nel tubo si taglia la mano e da quel momento in poi niente sarà come prima.
Ormai, ex giocatore di baseball, non riesce a rassegnarsi alla nuova vita e pur di rimanere in forma e avere l’illusione di essere in salute, inizia a nuotare due volte al giorno. Il momento del controllo periodico arriva e la dottoressa annuncia una totale remissione della malattia, un miracolo visto il tipo di disturbo che lo affligge.
Qual è la causa? L’acqua in cui si allena? Andando avanti con la storia si capirà che la piscina è in grado di realizzare un desiderio, in cambio di un sacrificio.
Cosa non va in Night Swim? La sceneggiatura.
L’idea non sarebbe male, anche se non originalissima, sfortunatamente il ritmo è lento, troppo, ci sono molte parti che ruotano intorno alla famiglia, mentre avrebbero dovuto porre una maggiore attenzione su ciò che rende “speciale” la piscina e i suoi meccanismi. Invece, viene data una spiegazione raffazzonata e debole in appena 2 minuti di film proprio prima del finale, anche questo prevedibile e melenso.
Dove risiede l’origine del male? Non si sa.
L’horror non è pervenuto, si avverte un po’ di tensione all’inizio finché non ti rendi conto che ciò che infesta la piscina non è altro che la versione bubbolosa e zombesca dell’omino Michelin, almeno una delle tante entità che ci nuotano dentro. È frustante quando non si ottiene neanche un piccolo jump scare, o meglio, hanno tentato ma senza successo.
Night Swim non è un capolavoro, se è per questo neanche un horror perché fallisce in pieno il suo obiettivo: provocare paura verso l’acqua e le piscine. Insomma chi dopo aver visto It non teme i clown, soprattutto di quelli che ti offrono palloncini rossi? Oppure delle bambole, dopo aver guardato Annabelle o Chucky? Appunto.
Avete presente quando inizia a piacervi un personaggio e dopo cinque minuti muore o quando alla fine di una serie che vi è piaciuta tanto ne annunciano la cancellazione? Ecco, quello è il mio mai una gioia personale. Ho un talento naturale nel trovare le brutture più indicibili da guardare e dopo averlo fatto mi consolo divorando patatine e horror.