Dopo Squid Game è K-Drama mania. Direttamente dalla Corea del Sud sulla piattaforma Netflix è arrivato My Name, e altre mille mila serie dall’Asia con furore.
Non un Survival Game ma una brutale storia di vendetta, con un forte legame tra padre e figlia.
Jiwoo vive un’esistenza triste e solitaria, il padre è ricercato dalla polizia e non ha sue notizie da mesi.
Tutti la trattano come una reietta, persino la preside la butta fuori a calci dalla scuola, nemmeno fosse lei la criminale (un applauso al personale scolastico, così umano).
Il giorno del suo compleanno accade la tragedia; il padre va dalla figlia che per telefono gli dice senza troppi giri di parole che per lei è morto.
Purtroppo, l’uomo viene ucciso davanti alla porta d’ingresso tra le grida di Jiwoo, senza poter chiarire con la sua amata figlia.
Da quel preciso istante per lei esiste solo la vendetta: trovare chi le ha strappato l’unica persona che amava e ucciderla.

Per scoprire la verità cercherà l’aiuto di Choi Moo-jin, amico fraterno del padre, CEO dell’Hotel Liber, ma in realtà il capo di Dongcheon, il più grande giro di droga che fornisce il 90% di metanfetamina nel Paese.
Mi sono chiesta: come mai la polizia non ha ancora messo dietro le sbarre Choi Moo-jin? Perché per più di quindici anni non hanno trovato prove per incastrarlo?
Hanno posizionato telecamere nascoste nei suoi Hotel, lo seguono, sanno che è pure un assassino, ma è ancora libero…Mistero.
Neanche con un poliziotto sotto copertura da un decennio questi sono riusciti a beccarlo con le mani non nella marmellata ma nella metanfetamina. La logica? Non pervenuta.
L’affascinante Boss, che inizia a fare da “padre” a Jiwoo, le darà una nuova identità e la farà entrare nelle forze di polizia, dopo cinque anni di duro allenamento.

Sarà nel dipartimento della narcotici che scoprirà la verità.
La forza di My Name si regge sulla protagonista (Han So-hee), corpo minuto ma agile e forte, viso delicato ma determinato, con uno sguardo carico di rabbia e dolore.
Le sue scelte la porteranno in un abisso fatto di sangue e morte, dove sembra impossibile salvare ciò che resta della sua umanità.
Vendetta al femminile, ritmi adrenalinici, violenza, legami familiari, personaggi ben caratterizzati mi hanno conquistata. Per quanto riguarda il corpo di polizia salvo solo il detective Pildo.

Caterina

Avete presente il mondo gotico di Penny Dreadful? Preparatevi perché non avete visto niente. Lasciatevi trascinare dal mio elegante cinismo…ne vale la pena. Se da piccola desideravo ricevere il bacio del vero amore come le principesse, con gli anni il crime si impossessa di me e capisco che dare la caccia ai cattivi è più divertente del vissero felici e contenti. Nonostante ciò, resto sempre una romanticona, infatti amo i period-drama. Da sempre ho evitato le soap spagnole ma alle Dizi turche non sono riuscita a resistere