Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia è la fiction Rai che racconta la storia di Goffredo Mameli, il giovane poeta genovese e uno dei personaggi chiave del Risorgimento italiano, autore tra le altre cose del nostro inno nazionale.
La serie si concentra sugli ultimi anni di Goffredo (Riccardo De Rinaldis Santorelli), che morirà ad appena 22 anni combattendo per la difesa della Repubblica Romana… no, non è uno spoiler, è storia vera purtroppo.
Scopriamo che il Canto degli italiani è nato ispirato da un tormentato amore, quello di Mameli per Geronima Ferretti (Barbara Venturato) mentre il giovane prendeva parte ai moti rivoluzionari… con il piccolo aiutino del rum.
A spingerlo a seguire i suoi già forti propositi di libertà è stato l’incontro con Nino Bixio (Amedeo Gullà) nel 1847 con il quale stringe una profonda amicizia. Con loro partiranno 300 volontari, che credono nel sogno di un’Italia finalmente unita, verso Milano in supporto delle cinque giornate del ’48. Goffredo si distingue a tal punto da essere tenuto in grande considerazione da Garibaldi (Maurizio Lastrico) e Mazzini (Pier Luigi Pasino).
Tra gli antagonisti troviamo un cattivissimo Luca Ward alias padre Sinaldi, a capo di misteriosi individui di stampo massonico che tramano per mantenere gli austriaci al potere.
Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia punta molto sui rapporti tra i personaggi, sulle loro emozioni e meno su una ricostruzione prettamente storica.
Goffredo diventa il simbolo dei sogni e delle speranze di chi aveva il desiderio di vedere un giorno l’Italia unita, ma è anche un ragazzo con le sue passioni, i suoi tormenti d’amore come quello per Adele Baroffio (Chiara Celotto), una donna sposata, e che si dispera quando perde gli amici.
Conosciamo i personaggi rivoluzionari e i combattenti, che lottano per un paese da costruire, coraggiosi e orgogliosi. Anche le donne non sono da meno, facendosi portavoce di una libertà di scelta che allora non potevano neanche sognare, anticipando qualcosa che arriverà solo più tardi.
Molto suggestiva la grande manifestazione dell’Oregina dove per la prima volta viene cantato l’inno nazionale da una vera e propria marea di gente arrivata da molte città. Uomini, donne, anziani e bambini che intonano quelle parole appena imparate. Un canto nato per essere la testimonianza e l’inizio di un paese che ancora non c’è ma che sta cominciando a prendere coscienza di sé.
Molto convincenti nei loro ruoli Neri Marcorè, il padre di Mameli e Ricky Memphis, nel romano Ciceruacchio. I personaggi più riusciti sono stati quelli di Goffredo e quello di Bixio, uniti dal non fermarsi di fronte a nulla e dall’amore per la propria patria.
Mi sono piaciute le scene in cui il ragazzo si documenta, scrive, cancella e riscrive le sue poesie, l’inno e la costituzione, con la stessa difficoltà di chi da sempre prova nell’animo emozioni così complesse che fanno perfino fatica a venire fuori.
Un buon prodotto insomma che consiglio agli amanti del genere storico.
Prediligo i fantasy e gli storici ma non disdegno ogni tanto zampettare tra thriller e polizieschi. Sono molto timida ma a volte non lo posso nascondere… gote rosse e occhi a cuoricino non mentono. Regalatemi una fontana che sgorga continuamente cioccolato e mi farete molto felice. Mi piacciono anche i libri e lo sport, ma odio gli zombie!