Le Rose di Versailles è un film animato, disponibile dal 30 aprile su Netflix e remake cinematografico del manga di Riyoko Ikeda, sulla storia della regina di Francia Maria Antonietta e di Oscar François de Jarjayes.
Eccovi il trailer:
Realizzato da Mappa, l’acclamato studio di animazione giapponese di Jujutsu Kaisen e Chainsaw Man, con l’inserimento di un numero considerevole di canzoni, spesso a dar voce anche a momenti importanti della storia, è stato molto al di sotto delle mie aspettative.
C’è da premettere intanto che, per cercare di essere obiettivi, bisogna dimenticare il cartone del ‘79, iconico per chi come me ci è cresciuto e cercare di considerare che questo è un film e ha alcune diversità in quanto fedele al manga.
Ciò nonostante, Le Rose di Versailles non cattura.
Ha un ritmo completamente sconnesso, condensa in poco meno di due ore duemila pagine del capolavoro della Ikeda, cerca di essergli molto fedele ma per due terzi del tempo saltella tra gli avvenimenti tanto che, se uno non conoscesse bene le vicende, non ci capirebbe nulla.
Nella prima parte viene tratteggiato meglio il personaggio di Maria Antonietta dando molto peso ai suoi sentimenti per Fersen, ma molto poco quello di Oscar.
I colori troppo accesi e la luce eccessiva delle scene tolgono drammaticità, non si percepisce minimamente la profondità delle personalità di Oscar e André se non alla fine.
Le canzoni per quasi tutto il film risultano ridondanti e funzionali solo ad allungare il brodo, distraggono e tolgono minutaggio che sarebbe dovuto servire a spiegare alcuni passaggi.
Il romance che riguarda Maria Antonietta e Fersen è eccessivo, così come la reazione di Oscar che invece di sottolinearne i sentimenti a mio avviso la fa sembrare un po’ ridicola. Non c’è spazio per personaggi come la Du Barry, la Polignac, Charlotte, il duca D’Orleans, Rosalie (la si vede per qualche istante ma poi probabilmente i tagli ne hanno escluso la vicenda), e per quasi tutto il tempo rimane un drammone sentimentale in un contesto storico appena accennato.
La situazione cambia dalla proposta di matrimonio di Girodelle.
Nella parte finale le vicende rallentano e la presa di coscienza di Oscar, sia sui suoi sentimenti verso André che verso la monarchia e il popolo vengono ben tratteggiati.
Le lacrime arrivano copiose nelle scene finali relative alla morte di André e poi a quella di Oscar e al loro ritrovarsi nell’aldilà, a testimoniare che questa bella storia ha sempre il suo fascino.
Peccato, perché se avessero seguito lo stile del finale, il film sarebbe potuto essere una bella occasione per far conoscere alle nuove generazioni il coraggio e il cuore della nostra amata Lady Oscar!
Gli storici sono la mia passione, mi piacerebbe catapultarmi durante la Reggenza tra balli e corteggiamenti. Amo gli amori contrastati e sono una sentimentale... mi commuovo pure per le pubblicità. L'altra mia passione è Grey's Anatomy che seguo dalla prima puntata anche se il mio personaggio preferito è morto nell'undicesima stagione... 😡