La Creatura di Gyeongseong è un k-drama fantasy-horror, tornato il 27 settembre su Netflix con una seconda stagione ancora più drammatica e struggente della prima.
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Dopo il fascino di una Gyeongseong degli anni ’40 sotto l’occupazione giapponese, ci ritroviamo nella Seoul dei giorni nostri. Il passato minaccia di nuovo i protagonisti sempre interpretati da Han So-Hee (My Name) e Park Seo-joon (Itaweon Class). Nel cast ritroviamo anche Lady Maeda (Claudia Kim) e a loro si aggiungono il Capitano Kuroko (Lee Moo-saeng) e Seung-jo (Bae Hyun-sung).
Nel 1945 le forze giapponesi avevano invaso la Corea del Sud, la spietata Lady Maeda, all’oscuro da tutti, nell’ospedale di Ongseong finanziava terribili esperimenti su esseri umani al fine di dare vita a una creatura superiore.
In quella strana primavera le vite di Jang Tae-sang, proprietario del banco dei pegni della città, e di Chae-ok, una ragazza alla ricerca di persona scomparse, tra queste la madre, si ritrovarono malgrado tutto a unirsi per scoprire e fermare simili atrocità.
Con un salto temporale di settantotto anni ci ritroviamo nella Seoul dei giorni nostri, Chae-ok è sopravvissuta e divenuta immortale grazie al sacrificio di sua madre; mentre Tae-sang ha perso la memoria a seguito di un incidente e anche lui senza saperlo, come la giovane, è una creatura immortale, un Najin per la precisione.
Nonostante siano trascorsi tutti questi anni gli esperimenti continuano ancora e dietro di essi c’è sempre la spietata Akiko Maeda, una donna con una rabbia e cattiveria senza pari, disposta a tutto per ottenere i suoi scopi.
Grazie all’abile utilizzo di flashback scopriamo insieme a Tae-sang, che riuscirà a recuperare i suoi ricordi, cosa è successo negli anni successivi al dopoguerra e cosa ha fatto Akiko all’uomo e a quella che era la sua famiglia.
Il momento più emozionante è stato l’incontro/scontro tra i due giovani. La bravura e la chimica tra Han So-hee e Park Seo-joon sono alcuni degli elementi che rendono La creatura di Gyeongseong uno dei k-drama più avvincenti e commoventi dell’ultimo periodo. La loro storia mi ha catturata da subito e ho sperato per loro in un lieto fine dopo tanto dolore e solitudine.
La regia e soprattutto la meravigliosa colonna sonora vanno ad arricchire un racconto che tiene lo spettatore incollato allo schermo, si vuole scoprire a tutti i costi se i due protagonisti riusciranno a ritrovarsi per poi combattere uniti come sempre contro i loro nemici anche a costo della vita.
Anche in questa seconda stagione ci si interroga sul valore della vita e della morte, ma soprattutto sulla dualità che accomuna ognuno di noi: una parte di luce e ombra… una parte mostruosa e una umana. Tae-sang e Chae-ok ci mostrano che, nonostante il destino ci porti a compiere scelte difficili, quell’umanità che è in noi non può essere sopraffatta dall’oscurità, in fondo non bisogna mai perdere la speranza.
Siamo noi con le nostre decisioni e azioni, che scegliamo se diventare dei mostri oppure no.
La Creatura di Gyeongseong con questo salto temporale ai giorni nostri non perde minimamente il fascino che mi aveva catturata con la stagione precedente, anzi approfondisce i personaggi, le loro storie e rimarca temi fondamentali come i concetti della mostruosità umana e dell’importanza della vita che sono sicuramente un valore aggiunto a una storia carismatica, affascinante e a tratti romantica.
Avete presente il mondo gotico di Penny Dreadful? Preparatevi perché non avete visto niente. Lasciatevi trascinare dal mio elegante cinismo…ne vale la pena. Se da piccola desideravo ricevere il bacio del vero amore come le principesse, con gli anni il crime si impossessa di me e capisco che dare la caccia ai cattivi è più divertente del vissero felici e contenti. Nonostante ciò, resto sempre una romanticona, infatti amo i period-drama. Da sempre ho evitato le soap spagnole ma alle Dizi turche non sono riuscita a resistere