Su NBC è arrivata La Brea, una nuova serie che a colpo d’occhio sembra una patacca allucinante, ma siamo sicuri lo sia davvero? Per Metacritic sono tre stelle, su Rotten Tomatoes solo due, eppure io non riesco a non pensare a quanto ho trovato avvincente questo primo episodio! Qui il Trailer.
Prima di tutto, ecco una breve sintesi di ciò che accade: Eve e i figli adolescenti Josh e Izzy sono in auto, imbottigliati nel traffico, quando all’altezza delle famose pozze di catrame di Los Angeles, La Brea, appunto, l’asfalto viene attraversato da una crepa che ben presto si trasforma in una voragine. L’enorme buca fagocita edifici, auto e persone mentre la folla fugge in preda al panico; solo Izzy si salva e dopo alcune ore viene raggiunta dal padre nel luogo dell’incidente.
Nel frattempo, Eve, Josh e molti altri si ritrovano in una sorta di riserva naturale, un luogo dalla natura incontaminata, e devono fare di tutto per sopravvivere.
Per il riassunto mi fermo qui, non voglio rovinarvi la visione con spoiler inutili quindi… passo direttamente al momento dei giudizi.
L’episodio pilota inizia con la più classica chiacchierata madre-figli in auto, ci sono i soliti indizi sullo stato di famiglia buttati lì a favore dello spettatore, ma la cosa bella è che dura pochissimo! Saranno sì e no quattro minuti di agonia, poi la terra si apre e giuro, non ho più staccato gli occhi dallo schermo.
La storia va a toccare varie serie viste nel passato, un po’ di Lost, un pizzico di Terranova, forse un goccio di Manifest e perché no, anche del buon survivalismo alla The Walking Dead o The 100 eppure mantiene una fortissima originalità. È vero, un paio di dialoghi sono triti, già visti e stravisti, ma niente su cui non si possa tranquillamente soprassedere.
Anche gli effetti speciali in alcuni momenti sono davvero anni Novanta, gli attori non hanno poi un gran carisma, sono tutte persone che sicuramente abbiamo intravisto qui e là in altre produzioni, in ruoli marginali tipo “cadavere numero 7” o “ragazza che balla vicino alla porta del bagno”, eppure la trama è così ben costruita che non me ne importa niente.
L’elemento di disturbo che non vi dico per non anticipare niente, pare fatto di gomma, la sua comparsa rende comunque la storia ancora più avvincente: per questo vedo davvero un’ottima scrittura, che riesce a mascherare i difetti di carattere tecnico.
Consiglio questa serie a chi ama le storie con un po’ di mistero e varie stranezze, agli appassionati di sopravvivenza nella natura, ma soprattutto a chi non guarda il pelo nell’uovo: se cerchi la perfezione, l’estetica di Game of Thrones, se ti indispettisce la gente che fa cose stupide in momenti di pericolo imminente, magari è meglio guardare altro. Personalmente amo concentrarmi al massimo sulla storia, che in questo caso viene raccontata in modo eccellente.
La Brea al momento è disponibile solo in lingua originale, coi sottotitoli generosamente offerti da traduttori appassionati.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.