“L’indice della paura” è una miniserie in quattro puntate uscita il 10 febbraio scorso su Sky che ha da subito destato l’interesse di molti telespettatori.
Forse alcuni di essi avevano letto il romanzo thriller da cui è tratta, ossia “The Fear Index” di Robert Harris, forse, invece, tanti non vedevano l’ora di rivedere Josh Hartnett come protagonista, io, per esempio, sono tra questi ultimi essendo una grande fan dell’attore.
Iniziamo con il raccontare un po’ di trama…senza svelare troppo!
L’indice della paura: uno psicopatico al servizio dell’alta finanza!
Alexander Hoffman ha tutto dalla vita: una casa da 40 milioni di euro immersa nel verde, una moglie bellissima e innamorata e un’azienda che va a gonfie vele.
Alex, infatti, è un genio: ha inventato un algoritmo, Vixal, che riesce a prevedere la percentuale di paura degli investitori nei mercati e utilizzarla per portarli al rialzo e far guadagnare un sacco di soldi.
Tornato da una giornata in ufficio, Alex riceve uno strano libro, una prima edizione di un saggio di Darwin che aveva sempre voluto possedere e quella stessa sera qualcuno, eludendo l’allarme, cerca di entrare in casa sua.
Alex riesce a vedere il tizio che voleva fargli del male poco prima che quest’ultimo lo getti a terra e gli faccia sbattere forte la testa.
Sul posto arriva il commissario Leclerc che, però, trova fin da subito delle incongruenze: l’allarme è stato programmato per essere disattivato proprio nelle ore in cui è arrivato l’intruso e, inoltre, il passato di Hoffman non è così limpido, è stato infatti cacciato anni prima dal CERN di Ginevra per un forte esaurimento nervoso.
Da qui in poi, la storia entra in una fase rocambolesca e molto ansiogena in quanto Alex perde completamente la testa e si capisce immediatamente che non sta bene psicologicamente, ne combina di tutti i colori mentre l’algoritmo Vixal sembra impazzito e causa notevoli problemi ai dipendenti che si ritrovano ad affrontare un capo divenuto folle e una serie di eventi tragici che portano le azioni alle stelle.
Non voglio dire troppo perchè gli spoiler fanno perdere la gioia della visione, lascio spazio più che altro al mio commento personale.
La discesa agli inferi di chi ha davvero tutto
Sebbene ci siano delle falle nella trama, la miniserie si dipana essenzialmente in maniera molto coinvolgente: la pazzia totale di Hoffman è interpretata così bene da Josh Hartnett che noi telespettatori riusciamo a soffrire con lui.
Le espressioni facciali dell’attore, a mio parere, meritano qualche premio ed è degno di menzione anche il piccolo monologo finale che il commissario LeClerc fa alla moglie di Alex, Gabrielle.
Un monologo che suddivide il mondo in persone semplici che si accontentano di poco e persone speciali che invece, pur avendo tutto, vogliono sempre di più…un exploit drammatico degno di un grande film!
In realtà, la pazzia di Alex, solo sopita grazie all’aiuto di una psicoterapeuta, non esplode per motivi di avidità, però, ma solo perché era latente in lui: credo anche di avergli fatto una diagnosi di schizofrenia paranoide ma vedremo cosa succederà se faranno una seconda stagione!
La follia si contrappone totalmente, invece, alla grettezza del braccio destro Hugo che si disinteressa completamente della stabilità mentale di Alex pensando solo al denaro generato da Vixal, un personaggio totalmente odioso che spero faccia una brutta fine.
L’ambientazione a Ginevra è molto cupa: casermoni, quartieri a luci rosse, la freddezza degli uffici dell’azienda, persino la casa, anzi direi il castello, di Alex e la moglie è glaciale, scuro, un posto, seppur ricchissimo, dove non vorrei mai vivere.
Da amante della lingua francese, ho apprezzato le incursioni della stessa nello sceneggiato, di cui, però, andrebbero premiati anche i doppiatori italiani, tutti molto bravi.
Insomma, una serie che mi è piaciuta molto sia per la sensazione claustrofobica che trasmette, , sia per le tematiche trattate come l’etica nella finanza, la psicopatia e la potenza dell’amore; “L’indice della paura” è un thriller mozzafiato che consiglio davvero a tutti!
Tra il libro e il film ho sempre preferito il libro, per questo cerco sempre di guardare serie tv con sceneggiatura originale. Più son truci e meglio è, perché l'unico modo per combattere il Male è attraverso la sua conoscenza. Se mi cercate, non mi troverete mai al cinema nelle sale dei film strappalacrime. Molto meglio gli horror e tanti, tanti pop corn!