La serie Il Gattopardo, disponibile in sei episodi su Netflix dal 5 marzo, è una produzione italo- francese e tratta dall’omonimo romanzo di Tomasi di Lampedusa.
Molto attesa e molto dispendiosa, uscita dopo un lungo lavoro di produzione, vanta nel cast Kim Rossi Stuart, Benedetta Porcaroli, Deva Cassel e Saul Nanni.
Eccovi il trailer:
Ci è piaciuta?
Sì, ma… Si avvisano i signori lettori che questa recensione è stata scritta tenendo presente che gli adattamenti di romanzi storici, ritenuti molto significativi, non possono piacere a tutti, in particolare a quelli che pensano di essere profondi conoscitori degli stessi e che credono che il prodotto debba essere perfettamente aderente al romanzo.
Il Gattopardo di Visconti è un film e non una serie, gli attori sono tra i mostri sacri del cinema, ma è del 1963 e sfido chiunque a convincere la maggior parte dei giovani nella fascia 18-35 a guardare un film di quell’epoca e apprezzarne il ritmo e la lentezza.
Premesso questo, la serie è piacevole, superiore come fotografia e ambientazione rispetto al film, risultando a mio avviso più realistica, ha una discreta recitazione da parte di buona parte del cast e riesce anche a dare il messaggio che il romanzo voleva lanciare.
Inoltre da una nuova prospettiva alla storia, ponendo l’attenzione su un personaggio, Concetta che invece sia nel film che nel romanzo risultava di contorno, raccontandone il suo rapporto con il padre e facendocene apprezzare anche il suo lato affettuoso.
Nell’epoca del politically correct in cui spesso le donne anche nei prodotti storici assumono connotazioni a volte non proprio aderenti alla realtà, mi è piaciuta molto la caratterizzazione di Concetta, ben sostenuta dalla recitazione di Benedetta Porcaroli.
Qualcuno l’ha paragonato a Bridgerton per questo motivo, ma secondo me ne è molto lontano, perché la ragazza è intelligente e intraprendente, ma segue le regole dell’epoca, le sue scelte sono permeate dalla sua educazione e religiosità.
Seguire la parabola dei suoi sentimenti e decisioni è stato interessante, così come ho trovato coinvolgente il suo rapporto esclusivo con il padre, che la stima e la ama ma che come succedeva in quegli anni vuole tracciare la strada del suo futuro.
La storia di Concetta, pur aggiungendo suspense e romance alla serie, non ha allontanato il focus dal personaggio di Don Fabrizio.
Kim Rossi Stuart è un buon principe di Salina, non imponente e autoritario come Lancaster, ma convincente e comunicativo, tranne nei momenti in cui abbassa troppo il tono della voce e il suo siciliano ricorda un po’ troppo Don Vito Corleone.
Conosciamo un principe che viene mostrato con sfumature più umane e introspettive, che piange e si commuove, ma che è coerente con il messaggio del romanzo.
Ho apprezzato anche i personaggi di Don Calogero e del prete di famiglia, li ho trovati perfettamente rappresentati così come i componenti della famiglia.

Ahimè, la nota dolente è costituita da Tancredi e Angelica.
Deva Cassel è bellissima, ma purtroppo la sua recitazione è immatura, un personaggio che dovrebbe essere centrale ma non riesce a emergere, Saul Nanni porta in scena un Tancredi che non convince per niente, a volte caricaturale, si mangia le parole e non riesce a rappresentare la personalità affascinante e opportunista del carismatico personaggio che interpreta.
Bellissime come ho già detto la fotografia e le ambientazioni, superbe le musiche e i costumi.
In conclusione lo reputo un buon prodotto, che ho guardato con piacere e che sono sicura porterà i giovani che lo guardano a incuriosirsi sia rispetto al libro che al film di Visconti.


Gli storici sono la mia passione, mi piacerebbe catapultarmi durante la Reggenza tra balli e corteggiamenti. Amo gli amori contrastati e sono una sentimentale... mi commuovo pure per le pubblicità. L'altra mia passione è Grey's Anatomy che seguo dalla prima puntata anche se il mio personaggio preferito è morto nell'undicesima stagione... 😡