“L’amore ai tempi del Sexting”
Buongiorno a tutti!
Un uccellino informato mi ha messo nell’orecchio la pulce per il debutto di questa nuova serie che, come avviene ultimamente (fin troppo spesso, a mio parere), richiama, ma non ricalca, una delle sit-com più famose e amate del recente passato: How i met your Mother
Purtroppo, per la sottoscritta, è un neo di molti spin-off o serie “ispirate da”: fanno partire lo spettatore con un punto di vista viziato da una conoscenza o un preconcetto già esistente, e che quindi non lo lascia libero di crearsi un’opinione completamente nuova.
Ma veniamo alla serie: è difficile evitare di cercare i punti in comune con la precedente, vediamo un po’ dove ci sono e dove no.
EPISODIO 1 – PILOT
Resta uguale, a parti invertite, lo schema narrativo: qui abbiamo una protagonista, Sophie, che si autointroduce a inizio puntata presentandosi nel 2050 (attraverso l’attrice Kim Cattrall ) e ci lascia intendere come i disguidi con la domotica non ci abbandoneranno mai.
Non si sa bene per quale motivo, presa dai fumi di qualche bicchiere di vino di troppo, decide di videochiamare un non propriamente entusiasta figlio per raccontargli la vera verità sulla propria storia d’amore.
Ed è così che veniamo proiettati indietro nel 2022 (ringrazio la produzione per non voler parlare di Covid-19, ma l’assenza di mascherine e distanziamento, per quanto fiduciosa, è fortemente anacronistica) dove una giovane Sophie (Hilary Duff che – mea culpa – ho riconosciuto solo dai titoli di testa) è alle prese con una vita ricchissima di falliti appuntamenti su Tinder, ma sembra ora giunta a una svolta: deve andare al primo vero incontro con quello che sembra essere realmente l’umo dei suoi sogni. Nell’Uber che ha prenotato incontra Jesse (Chris Lowell) e Sid (Suraj Sharma) il primo vittima di una cocentissima delusione per una proposta di matrimonio rifiutata in diretta streaming che lo ha reso, suo malgrado, una sfigata star del web, il secondo, di origine indiana, neoproprietario di un bar, innamoratissimo di una chirurga che però dovrà trasferirsi lontano subito dopo la proposta di fidanzamento.
Il fantastico primo appuntamento di Sophie si concluderà con un nulla di fatto, anche in questo caso lui deve trasferirsi in Australia e i due decidono che non vale la pena iniziare una relazione a distanza, pur essendoci delle ottime premesse.
Tutto questo porta lo spettatore ad avere chiara la situazione di partenza che ho percepito in questi primi episodi: in amore non c’è niente che funziona, anche quando funziona.
Pian piano emergono anche gli altri personaggi: la migliore amica e coinquilina di Sophie, Valentina (Francia Raisa), spigliata e libertina, che se ne torna dalla fashion week di Londa con il fisicato e ingenuo nobiluomo inglese Charlie (Tom Ainsley), che farà il paio con la sorella adottiva di Jesse, Ellen (Tien Tran), di origini orientali, arrivata fresca di divorzio gay dal piccolo paese alla grande città.
In lontananza restano le figure di Ian, l’uomo giusto di Sophie che se ne è dovuto andare lontano, e Hannah la fidanzata a distanza di Sid.
Durante la prima puntata, si delineano storie e personaggi, che però poco ricordano quelli a mio parere più fortemente caratterizzati della serie “madre”.
Il legame che forse ha fatto sobbalzare i più attenti è l’appartamento di Jesse e Sid “preso in affitto da una vecchia coppia” che altri non sono se non Lily e Marshall, e il bar rinnovato di Sid che è lo stesso (o quasi) in cui i vecchi protagonisti si davano appuntamento.
L’episodio si conclude con una camminata dei protagonisti sul ponte di Brooklyn, e qui la grande differenza: la Sophie del futuro confessa che su quel ponte c’è l’uomo giusto, mentre il Ted della serie precedente incontrava la sua anima gemella dopo mille peripezie.
Episodio 2 – FOMO
Nel tentativo di trovare nuovi amici al troppo presente Charlie, Valentina convince Sophie a organizzare una uscita tutti con gli altri protagonisti, fra malintesi e goffi tentativi di approccio, capiamo che fra Sophie e Jesse potrebbe esserci del tenero, ma i loro problemi irrisolti ancora non gli permettono un vero avvicinamento. Alla fine della puntata vediamo come il gruppo variegato di estranei si possa amalgamare in una compatta banda di amici.
Episodio 3 – THE FIXER
In questo episodio si consolida l’amicizia fra i personaggi, Sophie cerca di fare la foto profilo Tinder perfetta per Jesse, Valentina aiuta Sid a combinare un caldissimo appuntamento virtuale con la distante Hannah, e Ellen e Charlie cercano insieme una casa per vivere la novità della Grande Mela.
Personalmente alla fine della visione ho percepito i protagonisti come alle prese con storie d’amore che sembrano voler rincorrere a tutti i costi: Sophie, che vuole riscattare l’infanzia perduta cercando disperatamente il vero amore, sia per lei che per i suoi compagni di viaggio, Jesse romantico disilluso che vorrebbe sfociare nel cinico, ma lo fa solo a parole, la coppia a distanza Sid/Hannah che cerca di mantenere la verve nel rapporto grazie all’aiuto della tecnologia, Valentina e Charlie che tentano di venire a capo in modo un po’ buffo e a tratti infantile delle differenze caratteriali e culturali dei neo innamorati, e Ellen, la ragazza gay che finalmente, nella Grande Mela, trova le infinite possibilità di approccio che le mancavano nel paesino.
Non ho trovato la caratterizzazione forte dei precedenti personaggi, mi è mancato il pungente sarcasmo di Barney, e pure Sophie (che dovrebbe essere la versione femminile del fiducioso Ted) con la sua insistenza dopo gli ottantotto appuntamenti falliti da Tinder, in realtà trasmette più disperazione che speranza, il rapporto storico e affiatato di Lily e Marshall è soppiantato dalle due coppie, quella nuova e tutta pepe che fa però i conti con la difficile strada per la ricerca della stabilità, e quella consolidata, ma messa in gioco dalla distanza.
Quello che ho percepito dai tre episodi è un’affannosa ricerca dell’amore, chi per realizzare un sogno, chi per riprendersi da una brutta storia, chi per dimostrare di avere nuove possibilità, chi per novità, chi per confermare una vita vissuta insieme, che diventa più unico scopo che completamento di un’esistenza.
Ovviamente è solo l’inizio, confido che nel futuro la trama punti un po’ anche a vicende di crescita personale o a inserire qualche altro tema nel corso della storia.
Il cambio di generazione è evidente rispetto alla serie di ispirazione: innanzitutto fa da padrona, come è nella nostra realtà, la tecnologia: fra app di incontri, videochiamate, sextoys a distanza, messaggi e social network, si capisce come la socialità vera sia stata messa da parte in favore di una virtualità che però ha anche i suoi intoppi, e ogni tanto deve lasciare spazio al contatto umano, che è l’unico che scalda davvero.
A differenza di How i met your Mother si vede anche il cambio di realtà sociale: difficoltà economiche e lavori precari ora contro lavori già impostati e realizzati della serie precedente, un maggiore apertura alle diversità culturali (con i due personaggi di origine indiana e asiatica) e alla comunità LGBTQ+ con la coprotagonista gay, l’eliminazione del cinico sessismo di Barney, in cambio dell’apertura mentale su una sessualità più libera, insomma un po’ di inclusività che è specchio della realtà, ma anche del bisogno moderno di essere politically correct.
Di per sé la serie è godibile, ho trovato meno spunti di comicità rispetto alla ispiratrice, ma è comunque divertente, con momenti che fanno anche pensare e una lacrimuccia pronta per i romantici, anche quelli nascosti dietro una scorza più dura, come la sottoscritta. Spunti di riflessione su ciò che è vero davvero e quello che vorremo lo fosse, l’amicizia come fondamento di una vita che, senza, diventa un po’ una vuota ricerca di qualcosa per riempirla.
Non mi ha fatto innamorare, ma comunque incuriosire (soprattutto per capire come farà la protagonista a tirare avanti una serie intera con l’amore a portata di mano senza accorgersene). Chi non conosce la prima la può comunque apprezzare, e chi ha visto la prima non cerchi gli stessi cliché e si goda le nuove storie.
#staytuned