Vecchi mostri e nuovi trucchetti ci accompagnano nella visione del quarto e conclusivo film della fortunata saga Hotel Transilvania, in cui ritroviamo gli spassosi personaggi conosciuti nelle pellicole precedenti, privati però della consueta verve.
L’assenza di Adam Sandler si fa sentire e lascia gli spettatori insoddisfatti.

Alla celebrazione del 125° anniversario dell’Hotel, Drac vorrebbe lasciarne a Mavis e Jonny la gestione, ma i grandi e fantasiosi progetti del ragazzo lo bloccano, costringendolo a inventare una scusa: solo un mostro può diventare proprietario dell’albergo.
La delusione di Jonny è tale che chiede aiuto a Van Helsing, il quale usa su di lui un raggio che lo trasforma in un drago; nella baraonda che ne consegue, alcuni mostri vengono colpiti e si trasformano in umani, Drac compreso.
È ora di partire all’avventura per risolvere il problema!
Ovviamente la parte più sfiziosa del film è vedere come i mostri reagiscono alla loro ritrovata umanità, e il povero Drac è quello che ne soffre di più, essendo il più potente tra loro: tra sudore, zanzare, e, beh, paura di morire, il suo viaggio in Sud America è un’estenuante follia. Una versione “mostruosa” di Quel pazzo venerdì, se vogliamo, come citato anche da Jonny.
Gli sceneggiatori fanno di tutto per giustificare in qualche modo che i due si avventurino a piedi da soli nella giungla, ma la cosa non ha il minimo senso, come non ne ha che sia il debole umano a portarsi sulle spalle uno zaino enorme, anziché il possente lucertolone. La vecchia frase “Non ditelo a Mavis” è un mantra che ci portiamo dietro dal primo, splendido, film e che qui non diventa altro che un ridondante fastidio che per poco non costa loro la vita.
C’è molta pigrizia nel non cercare un nuovo plot che vada oltre al vecchio padre vampiro che non accetta il marito umano della sveglia e indipendente figlia.

Come nei primi tre film, l’animazione è caotica e ricca di fantasia, ma ho trovato Transformania molto meno divertente; non c’è nulla di nuovo, a partire dalla famiglia di lupi che pur essendo sempre stata la mia preferita, non fa che ripetere sempre le stesse dinamiche.
Umanizzare i mostri di per sé è stata un’idea vincente, che però si è persa quando non c’è stato approfondimento che andasse oltre al loro aspetto. Anzi, si è persa l’occasione di fare molto di più: pensavo che l’Uomo Invisibile o la Mummia si sarebbero rivelati uomini bellissimi proprio in contrasto con la loro immagine da mostri, e invece non erano altro che delle tristi macchiette, viste e straviste. Solo Frank stupisce, ma anche lì la cosa viene sfruttata pochissimo.
La mancanza di nuovi spunti viene attenuata dall’animazione, sempre eccellente, e dalla breve durata del film.
È un buon film adatto a tutta la famiglia, che sicuramente verrà apprezzato molto di più dai giovani spettatori: noi adulti, invece ci ricordiamo molto bene come sono quelli che lo hanno preceduto e non possiamo ignorare il fatto che questo è il peggiore della saga.
Preso da solo è godibile, paragonato agli altri non si può guardare.

Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.