Siamo ancora a Novembre! Perchè devo parlare di Falling for Christmas? Ho capito che è balzato immediatamente tra i dieci film più visti di Netflix, ma a mio giudizio è uscito troppo più vicino a Ferragosto, che a Natale. Certo, segna il delizioso ritorno della mai troppo venerata Lindsay Lohan e beh, di Babbo Natale e c’è perfino “quel tizio di Melrose Place” che si chiama Jack Wagner, quanto però a sceneggiatura, c’è da piangere duro.
Sierra Belmont è una ragazza ricchissima che non ha ancora trovato la sua strada; non è cattiva, ma si lascia trascinare dal peggior personaggio mai scritto, ossia il fidanzato influencer Tad. Il padre, Beaudegard ( Wagner) è un milionario giuggiolone che le vuole dare un lavoro e la ama tantissimissimissimissimo, mentre Jack (Chord Overstreet) è il babbeo che possiede il piccolo ma caratteristico hotel del paese: avrebbe bisogno di un finanziamento per non morire malamente di fame, ma il suo progetto non incontra il favore del signor Belmont. Ovviamente.
La nostra bella ereditiera va in cerca di location instagrammabili con l’orribile tizio, ma scivola malamente giù da un dirupo, rotolando come una pigna impazzita fino a sfracellarsi contro un albero. Anche Tad cade, ma per quel che mi riguarda poteva anche finire dritto nello stomaco di un orso.
E che film di Natale sarebbe, se lei non perdesse la memoria diventando improvvisamente una tenera giovine confusa? Jack passa davanti allo sfortunato pino che l’ha tramortita coi suoi due unici clienti e la raccatta, portandola nel tipico ambulatorio di paese; per la regola chi lo trova se lo tiene, la smemorata Sierra viene affidata all’albergatore, che scoprirà in modi assai dolorosi che come cameriera d’hotel fa davvero schifo.
Mentre la nostra Lindsay si diverte nell’interpretare questo ruolo in modo giocoso, senza prendersi sul serio, Chord fa il bravo ragazzo palloso che lascia ogni singola traccia di brio (è natale, perdinci!) ai suoi colleghi; il suo presunto dolore di lunga data per la moglie defunta si registra a malapena, come un leggero scintillio nei suoi occhi.
Falling for Christmas è simile a una coccarda. Non è fantastica, non è speciale, ma puoi tenerla anno dopo anno e metterla sui regali fintanto che hai lo scotch o il fascino irrefrenabile della Lohan.
Natale sotto steroidi, una moglie morta, un tuttofare belloccio emotivamente disponibile e una bellissima donna di città che viene travolta dalla vita semplice: è una storia d’amore natalizia come le altre. In termini di trama, non c’è davvero molto che separi Falling for Christmas da qualsiasi altro film simile. È banale, ha una cattiva CGI e la sua storia è completamente prevedibile.
È sfizioso, si guarda ghignando a metà tra la derisione e il divertimento.
Il fatto è che avrei voluto vedere di più, a partire da una Lindsay Lohan adulta. Una commedia romantica con una Lindsay di 36 anni. Dammi una Lindsay che beve enormi bicchieri di vino con le sue amiche divorziate due volte, lamentandosi dell’affitto a New York City. Voglio vedere una Lindsay che inizia come adulta autosufficiente e lotta con l’amore, perché la vita è un casino e Tinder fa schifo.
Dammi di più, Lindsay, te ne prego!
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.