Effettivamente pochi, sissignore, ma che film divertente! Questa terza pellicola, ambientata nell’universo del leggendario gioco, di ruolo non ha fortunatamente nulla a che vedere con il flop del 2002 Dungeons & Dragons: che il gioco abbia inizio e col suo imbarazzante seguito per la tv, anzi, se ne discosta completamente.
Scusa Jeremy Irons.
No, abbiamo davanti un garbato reboot che riscrive e ricostruisce un mondo finalmente multidimensionale ricco di personaggi carismatici, combattimenti ben coreografati e momenti comici di una puntualità pressoché perfetta.
Chris Pine ci regala Edgin: un ladro sfuggente, sagace e tormentato, sostenuto dall’amicizia fraterna con la guerriera Holga, Michelle Rodriguez, che ha una strana fissazione per le patate. Regé-Jean Page di Bridgerton può vantare alcune tra le migliori battute e molta azione nei panni di Xenk, poi c’è Hugh Grant, il cui furfante truffatore Forge è il più adorabile e insopportabile bastardo che si sia visto ultimamente sul grande schermo.
Con questi PG, lanciare il dado a venti facce fa sempre ottenere il numero giusto: quello del successo.
Il bello di Dungeons & Dragons è che il gioco raggiunge il suo meglio proprio quando accade l’imprevedibile, e gli sceneggiatori hanno intelligentemente fatto loro questa regola non scritta, reinterpretando in toto l’idea del personaggio leader che “studia i piani” e costringendo lui e i compagni a rivedere continuamente la strategia per uscirne vivi. Come in tutti i film sulla “squadra di eroi”, ogni protagonista porta diverse abilità di cui il gruppo avrà bisogno per raggiungere i propri obiettivi, in una storia costellata di ostacoli da superare, incluse folli sequenze che coinvolgono nemici morti, non morti e un drago ciccione che rotola in un sotterraneo.
In questa storia ci sono tante cose da fare: salvare la fanciulla, ottenere vendetta, fermare i cattivi e perché no, portare a casa il bottino e la pelle, non necessariamente in quest’ordine.
La mitologia del mondo in cui viene ambientata questa avventura fantasy è semplice, non è indispensabile aver giocato al GDR per poterla comprendere, anche se qualche informazione in più non avrebbe guastato si può passare oltre con le poche nozioni apprese dai personaggi. È un peccato non cogliere l’ironia della scena con il giudice Aarakocra (Umanoide Medio; Neutrale Buono. Classe Armatura: 12. Punti Vita: 13 (3d8). Velocità: 6 m, volare 15 m Abilità: Percezione +5 Sensi: Percezione passiva 15 Linguaggi: Aarakocra, Auran Grado Sfida: 1/4 (50 PE)) o le ambientazioni negli amatissimi Neverwinter e Underdark, qui ricreati con dettagli sufficienti affinché i fan li possano riconoscere all’istante.
Ogni volta che il film utilizza il materiale originale del gioco, diventa un brillante fantasy che si distingue fortemente dai suoi contemporanei, siano essi fantascientifici o di supereroi. Ciò si verifica anche nei momenti in cui il gruppo principale escogita piani ed evoca il tipo di idee spontanee che solo una partita di Dungeons & Dragons potrebbe tirare fuori. Il brainstorming che genera modi inaspettatamente intelligenti di usare incantesimi, pezzi di equipaggiamento e abilità è qualcosa con cui tutti i giocatori di D&D hanno familiarità ed è una parte importante di ciò che rende il gioco così speciale.
Sarebbe stato interessante avere più backstory, comprendere meglio le motivazioni profonde dei personaggi, ma con tanta azione così serrata, dialoghi ricchi e repentini cambi di ambientazione, avrebbe significato sacrificare troppo materiale in favore di lente spiegazioni. Altri personaggi non hanno nemmeno un arco o l’opportunità di andare oltre la piccola bolla assegnata; la mancanza di esplorazione dell’identità di Doric come tiefling, una specie emarginata nel mondo di D&D, è davvero un’occasione mancata. La Strega Rossa Sofina è un’antagonista noiosa priva di motivazione, che non va oltre al trito “essere cattiva”; i legami del suo personaggio con i Maghi Rossi di Thay di Forgotten Realms sono anche lo spunto da cui emergono retroscena che potrebbero coinvolgere i fan irriducibili della tradizione di Dungeons & Dragons, ma non gli spettatori casuali.
A mio modesto parere abbiamo ottenuto il film fantasy perfetto per le famiglie, sicuramente incompleto per gli appassionati ma con ottime premesse per un sequel.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.