Dostoevskij è una miniserie televisiva scritta dai fratelli D’Innocenzo.
Presentata in anteprima alla 74a edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, è stata trasmessa il 27 novembre 2024 su Sky Atlantic.
Il ruolo del protagonista è affidato a un egregio Filippo Timi.
Eccovi il trailer.

“Colui che mente a se stesso e dà ascolto alla propria menzogna arriva al punto di non saper distinguere la verità né dentro se stesso, né intorno a sé e, quindi, perde il rispetto per se stesso e per gli altri.” (Fëdor Dostoevskij)
Sarò sincera anche a costo di dare l’impressione di voler remare contro i fratelli D’Innocenzo anche se non è assolutamente così.
Se non siete pronti ad abbracciare senza riserve e senza pregiudizi l’oscurità, Dostoevskij non fa per voi.
Non solo per via dell’atmosfera tetra che impregna le riprese e che metterà a dura prova i vostri occhi, ma anche per quella che alberga nell’animo dei personaggi.
Mica solo in quella dell’assassino eh… lo stesso protagonista – Enzo Vitello – vive nell’oscurità e di essa si ciba.
In passato ha quasi rischiato di annegarci e ciò è il motivo per cui ha preso la decisione più difficile della sua vita: abbandonare la figlia Ambra quando era solo una bambina.
Una scelta che lo ha in parte aiutato a non sprofondare in un baratro dal quale non si sarebbe mai più rialzato, ma che lo ha comunque cacciato in un fosso bello profondo.
Enzo però ci si è adagiato ben volentieri… pur di proteggere ciò che più gli stava a cuore.

Purtroppo, le buone intenzioni non sempre portano a buoni risultati.
Ambra c’è piombata comunque nel buio… quello della droga e della prostituzione.
E poi c’è la Madre di tutte le Oscurità!
Quella che domina mente e corpo degli assassini.
Enzo si troverà a lottare con un killer molto particolare.
Qualuno che dopo aver compiuto i crimini più efferati non disdegna di prendersi gioco degli inquirenti lasciando loro in regalo delle lettere dove si profonde in lezioni di vita.
È proprio la polizia – ispirata dal tono di quegli scritti – a dargli il soprannome Dostoevskij.
Per lungo tempo le indagini non portano a nulla.
Il killer continua a mietere vittime e a scrivere lunghe pagine di frasi che sembrano un mero esercizio stilistico senza alcun senso.

Nessuno ci capisce nulla… a parte Enzo.
D’altra parte solo chi abbraccia la morte mentre è ancora in vita può capire chi ha fatto la medesima scelta.
Dostoevskij è la ruvida rappresentazione di una scomoda realtà che tanti fanno fatica ad accettare.
La possibilità che giustizia e vendetta possano confondersi fin quasi ad annullarsi l’una con l’altra diventando una cosa sola… se non addirittura la stessa.
Le indagini dell’Ispettore Vitello finiscono per diventare un viaggio verso la riscoperta di se stesso, in un incontro/scontro con il killer a cui dà la caccia e che porterà a risvolti sconvolgenti.
“Chiedo scusa ai miei colleghi”
Così inizia la storia funesta del protagonista.
Una frase che fa presagire al peggio… e se al peggio non siete preparati o quanto meno pronti meglio girarsi dall’altra parte.
Perché c’è da perderci il sonno, ma ne vale la pena.


Amo viaggiare nella bipolarità di horror e thriller e vi accompagnerò in un tour internazionale … da PAURA! Ogni tanto mi immergo in un fresco bagno di trash grazie alle serie turche. Cercate di capirmi… un po’ di refrigerio serve a tutti. A colazione niente dolci, meglio un toast … e non menzionate il Natale… il Grinch che è in me inizia a dibattersi come uno scarafaggio colpito dal Baygon