Disney+ ci fa uno dei regali più belli da un punto di vista telefilmico, per il sessantesimo anno del Doctor Who arrivano tre episodi speciali: The Star Beast, Wild Blue Yonder e The Giggle.
Dopo la fine della precedente stagione in quel breve momento in cui vediamo apparire la faccia del vecchio/ nuovo quattordicesimo Dottore chi non ha urlato e sperato in un miracolo affinché quel “to be continued” non diventasse un “subito, immediatamente”?
Non si può negare che nelle ultime serie le cose non erano andate benissimo tanto da avere un crollo degli ascolti, un po’ perché i vecchi fan non apprezzavano alcuni cambiamenti nel format, e no, non parlo del Dottore donna, e i nuovi si annoiavano in fretta. Serviva qualcosa che desse la scossa, un terremoto che solo una persona avrebbe potuto creare e per l’occasione è tornato come showrunner Russel T Davies accompagnato da niente di meno che David Tennant che si ritrova a essere sia il decimo che il quattordicesimo, ma va bene così, io l’ho sempre amato.
Cercando di ricreare le vecchie atmosfere e puntare sul futuro, il Dottore si ritrova con un Tardis nuovo di zecca dall’arredamento ipertecnologico, quindi via… verso il futuro, o il passato o boh, ops, non ancora, c’è bisogno di una compagna e chi meglio di Donna Noble?

Ammetto che non è mai stata tra le mie preferite, ma era l’unica che poteva compiere questo viaggio, infondo è la sola che riesca a capirlo e l’unica la cui storia si era conclusa lasciandoci con l’amaro in bocca se così si può dire.
Se ricordate, Donna (Catherine Tate) per vincere Dravos aveva assorbito i poteri del Signore del Tempo condividendo con il nostro alieno dal doppio cuore ricordi, pensieri e la forza che le avrebbe dato la vittoria, ma il suo corpo umano non avrebbe potuto reggere tutto ciò e l’unico modo per salvarle la vita fu cancellare la memoria e fare in modo che niente, mai, le ricordasse quello che aveva vissuto o sarebbe morta.
Un incredulo Dottore si ritrova sulla terra ai giorni nostri e subito trova Donna che intanto ha avuto una figlia, ormai adulta, che ha chiamato Rose (chi si è commosso pensando alla vera finta bionda della prima stagione?).
Ok basta cianciare del passato, torniamo a oggi e a quello che abbiamo visto. Davies ha pescato proprio una brutta carta, dover iniziare un cambiamento era assolutamente necessario, ma anche mantenere vive le radici su cui tutto si fonda era altrettanto importante, direi che sì, a parte qualche sbavatura ha fatto centro.
The Star Beast ci ha fatto conoscere il Meep, apparentemente un tenero batuffolino da coccolare ma in realtà una bestia terrificante e psicopatica. Come sconfiggere questo “Loro” senza aiuti? Beh, semplice, Donna pian piano riacquista la memoria e, sorpresona, non muore perché avendo avuto una figlia ha condiviso con lei il potere dei Signori del Tempo.

In Wild Blue Yonder Donna accidentalmente manda in corto il Tardis e i nostri finiscono letteralmente alla fine dell’universo su un’astronave apparentemente deserta, il che rende tutto molto claustrofobico, niente stelle, nessuna voce, il nulla totale, paralizzante. Tranquilli, è chiaro che non sono da soli, a breve scoprono delle creature spaventose; perché sono mostri orrendi? No, peggio, sono in grado non senza qualche tentativo disastroso di assumere le sembianze dei due, non solo, ne acquisiscono anche la memoria; quindi, ne scaturisce un episodio introspettivo bellissimo, non privo di ironia e di dolore, ma decisamente si respira aria di casa, quella sensazione di follia che però è perfettamente comprensibile, ha senso per voi?
Arriviamo così a The Giggle, l’episodio finale, quello che chiude il cerchio, quello a cui non siamo pronti, ma Davies si supera e preme sull’acceleratore e non possiamo fare altro che fissare lo schermo e andare avanti.
Il villain, interpretato da un grande Neil Patrick Harris, altri non è che Il Giocattolaio già conosciuto all’inizio della serie quando nessuno di quelli che stanno leggendo era ancora nato.

Questo cattivone è davvero tosto, moltissimi anni prima aveva inventato un piano per controllare l’umanità, proprio con ciò che ci rende forti: la tecnologia, ogni schermo di ogni dispositivo contiene un pupazzetto con una risata satanica che fa impazzire la gente e non c’è modo di evitarlo perché è stato creato proprio con la prima televisione.
Con Donna e un inaspettato aiuto dalla UNIT il gioco diventa più gestibile, ma non privo di difficoltà, con tanto di colpo di scena con l’arrivo del quindicesimo Dottore interpretato da Ncuti Gatwa.

Sono state tre bellissime puntate che ci hanno permesso di ritrovare le atmosfere cupe e nello stesso tempo luminose che solo David Tennant riesce a farti sentire. Nel primo episodio sono stati inseriti i personaggi transgender della situazione, la figlia di Donna e la bestiaccia. Grazie al legame che li unisce, Noble ha potuto aiutare il Signore del Tempo attraverso il secondo, un horror che ha giocato con i ricordi del passato di colui che ha vissuto millenni e subito innumerevoli perdite non solo in termini umani ma anche a livello psicologico, tutto per arrivare all’ultimo episodio, il più duro da un certo punto di vista. Il Giocattolaio, grazie a delle marionette, praticamente obbliga il Dottore a fare i conti con la propria coscienza, mostrando senza alcuna empatia tutte le persone, compagne e compagni persi durante i suoi viaggi, Amy, Rory, Billy, ricordando Clara, che sì è ancora viva, ma in un Tardis bloccata nell’ultimo secondo che le resta da vivere e anche la stessa Donna ne è un promemoria vivente. Tutto questo per arrivare a mettere l’ultimo tassello della storia che non salta subito agli occhi, difficile capirlo immediatamente, ma un passo alla volta arriviamo al messaggio riservato a quest’uomo che mai come adesso incarna perfettamente il “Dottore Stropicciato”, è il momento di fermarsi, ha visto troppo, provato troppo, sofferto troppo. Ed è proprio Donna che con la sua empatia, il suo modo di fare un po’ rozzo a fargli capire delicatamente questa verità.
Certo il finale è abbastanza dolce-amaro, ma Davies è una vecchia volpe e si lascia una via d’uscita, il vecchio Dottore passa lo scettro al nuovo, scevro da ogni dolore o errore provato e commesso in passato per iniziare una vita nuovissima dove tutto sarà una prima volta. Nello stesso tempo così come è nato il quindicesimo anche il Tardis ha lo stesso privilegio, ogni dottore ne ha uno, un po’ per lasciarci sognare e tanto perché, se le cose si mettessero male, Tennant o qualcun altro potrebbe tornare.
È davvero accaduto molto, e molto deve ancora accadere, oddio sembro lui, però è così, la nascita di un nuovo Dottore grazie alla bi-generazione spalanca una porta sulle nuove stagioni, e poi due Signori del Tempo nello stesso momento è una bella novità 😉

Assodato che mi è piaciuto quasi tutto, ho trovato anche dei difetti, alcuni banali altri veramente ridicoli, sembra che il politicamente corretto abbia colpito anche la vecchia cara Inghilterra, l’inno femminista di Donna con la figlia al grido “noi possiamo rifiutare, possiamo dire no!” è veramente trash, per non parlare del mostriciattolo che non è lui, non è lei, semplicemente loro. Ma dai, serviva davvero? No, se c’è una cosa che abbiamo imparato dal Dottore negli ultimi quasi quindici anni è quello che la diversità è ben accetta, che non deve spaventare, di fatto era già una serie basata sull’inclusione, c’era bisogno di calcare la mano per ribadire questo concetto?
In attesa dell’episodio natalizio sul nuovo Dottore (che promette davvero bene) dove conosceremo colei o colui che lo accompagnerà nello spazio e nel tempo vi saluto e come direbbe dieci o quattordici… Allons-y!


Che dire di me? Amo più le serie TV dei film, perché? I film durano pochi minuti, i telefilm ti danno la possibilità di conoscere i personaggi fino a considerarli amici. Sono impacciata, sfigata e decisamente il mio angelo custode è partito per Bora Bora e lì è rimasto. Mi piacciono quasi tutti i generi, ultimamente ho scoperto che la Turchia è la terra dei sogni, ma... il primo amore restano gli States. Comunque, nel dubbio, il mio gatto da ottimi consigli su cosa guardare oppure no, animale saggio!