C’è giusto un po’ di Doctor Strange in tutta questa ambizione.
D’altronde, dopo lo spettacolare trionfo di Endgame casa Marvel/Disney ha avuto delusioni importanti, Black Widow e The Eternals non hanno convinto la critica e gli incassi sono stati ben al di sotto delle aspettative; anche Shang Chi non ha brillato. Spiderman No Way Home ha spaccato ma… beh, è Sony, quindi non conta.
Sì, le serie Disney+ vanno bene, ma bisogna dare continuità sia alla storia che alla qualità, quindi facciamolo: esageriamo.
Sam Raimi torna alla regia di un film Marvel dopo Spiderman 3, del 2007, e lo fa giocando in modo magistrale tutte le sue carte in una corsa sfrenata, ricca di colpi di scena da brivido e sorprese che lasciano a bocca aperta tutti i fan di vecchia data. Vi posso assicurare che in sala era impossibile tacere, a un certo punto abbiamo addirittura fatto un breve applauso.Chi poi, come me, lo apprezza da La Casa (1981 e seguenti) non può che andare in brodo di giuggiole riconoscendo il suo stile inconfondibile e il suo amico/attore feticcio, Bruce-Ash Williams-Campbell, qui presente in un folle cameo.
Ma veniamo alla trama. C’è una ragazza che sa attraversare il Multiverso da una realtà all’altra, si chiama America Chavez ed è inseguita da qualcosa che vuole a tutti i costi il suo potere. In ogni mondo che raggiunge trova uno Stephen Strange che cerca di aiutarla fino a quando, forse, incontra finalmente quello giusto.
Insieme a loro ritroviamo il mitico Wong, personaggio del quale ho sempre voluto vedere qualcosa in più, Christine, la donna amata da Strange prima dell’incidente che gli ha cambiato la vita, e Wanda Maximoff, che qui vediamo subito dopo gli eventi della serie WandaVision.
Il loro viaggio caotico tra i differenti universi è ipnotizzante ed è all’incontro con gli Illuminati (primo e unico spoiler che vi darò) che la soddisfazione dei fan esplode. Letteralmente.
Parlando dei nostri protagonisti, Benedict Cumberbatch è totalmente a suo agio nel personaggio e lo interpreta con la disinvoltura di una seconda pelle. Xotchil Gomez dà alla giovane America una bella dimensione, credibile e naturale, e Benedict Wong ha finalmente un po’ più di spazio per uscire dal ruolo della “spalla buffa”. Rachel McAdams invece non mi ha trasmesso granché, forse perché il suo personaggio mi sta parecchio antipatico.
Un discorso a parte va fatto per Elizabeth Olsen. La sua Wanda ti strappa il cuore dal petto, un solo primo piano dei suoi occhi e puoi sentire il dolore lacerante che sta provando: credo sinceramente che la sua sia la miglior performance dell’intero MCU, è qualcosa che va oltre la semplice bravura.
Ammetto che c’è qualche momento particolarmente cringe, ma alla fine torna utile per stemperare l’intensità emotiva che rischia di snaturare il concetto stesso di Cinecomic.
Insomma, non siamo mica da quei depressoni della DC!
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.