Doctor Death, tratta da una storia vera e dall’omonimo podcast uscito nel 2018, è arrivata in Italia il 12 settembre sulla piattaforma StarzPlay.
Narra l’ascesa e la terribile caduta del neurochirurgo Christopher Duntsch che, qualche anno fa, si rese protagonista di un caso gravissimo di mala sanità, provocando danni irreversibili e in alcuni casi fatali a tutti coloro che ebbero la sfortuna di passare sotto il suo bisturi.
Duntsch, nel corso della sua vita, lavorò in vari ospedali e, nonostante il suo operato per nulla brillante, nessuno lo denunciò per via della posizione di potere che aveva raggiunto in ambito della ricerca sperimentale sulle cellule staminali.
La sua discesa verso gli inferi arriverà quando Randall Kirby e Robert Henderson, due bravissimi medici, convinti della cattiva condotta dell’ormai noto Doctor Death, troveranno prove schiaccianti che lo condanneranno all’ergastolo.
La narrazione è davvero molto disturbante: le scene in cui Duntsch infila viti e chiodi nel corpo delle povere vittime, martellando come un ossesso, fregandosene del sangue e delle emorragie, rimarranno per sempre nei miei ricordi.
Duntsch era un incompetente oppure era un folle?
La risposta che ci diamo noi telespettatori non è univoca: da un lato sappiamo per certo che il medico era solito abusare di alcol e droghe anche prima di andare in sala operatoria, dall’altro siamo consci del fatto che avesse manie di protagonismo probabilmente inquadrabili in un disturbo istrionico della personalità.
Eppure, rimane sospesa la certezza che Duntsch agisse con dolo e consapevolezza nell’ottica di causare dolori ed esasperazione nei suoi pazienti.
La vicenda più tragica, trattata nella serie, riguarda il suo migliore amico Jerry Summers.
Il quale vive del suo mito e lo segue in ogni suo progetto anche nell’ultimo e più fatale: farsi operare da Doctor Death per un problema al collo.
Da quell’intervento, ne uscirà quadriplegico ma fino alla fine non sarà capace di incolpare il suo amato Christopher (era da tanto che non vivevo scene così drammatiche…).
Altro aspetto che ha reso questa vicenda orribile è l’incuria che peggiora nel corso della serie fino ad arrivare all’epilogo dove vediamo un Joshua Jackson ingrassato e abbruttito totalmente.
La sua performance è davvero formidabile ma devo ammettere che tutto il cast è meraviglioso (su tutti ho adorato Christian Slater e la sua gradevolissima ironia e comicità).
In questo clima di oppressione, di morte, tra ospedali dove regna il silenzio e l’omertà, il protagonista rappresenta l’eroe negativo perfetto: la sua oscurità e malvagità non vengono quasi mai meno; solo nella scena in cui gioca con sua figlia possiamo apprezzare il suo lato umano senza però mai dimenticare gli abusi commessi sulle sue vittime.
Nel complesso è una serie stupenda che mi sento di consigliare a tutti: anche se inizia un po’ lentamente e ci mette qualche ora a ingranare poi non si potrà più fermarsi dal divorarla (io ho dovuto aspettare gli ultimi 3 episodi per un mese e non stavo nella pelle!).
Consigliata non tanto a chi ama i drama ospedalieri ma a coloro che vogliono indagare l’animo umano e la crudeltà più efferata riuscendo ad analizzare in maniera lucida una serie di eventi così tragici e terribili.
Tra il libro e il film ho sempre preferito il libro, per questo cerco sempre di guardare serie tv con sceneggiatura originale. Più son truci e meglio è, perché l'unico modo per combattere il Male è attraverso la sua conoscenza. Se mi cercate, non mi troverete mai al cinema nelle sale dei film strappalacrime. Molto meglio gli horror e tanti, tanti pop corn!