Poche storie: Deadpool e Wolverine è un film anarchico, violento e sboccato, e probabilmente (sicuramente) la cosa più divertente che ho visto negli ultimi anni. Certo, viene da chiedersi se questa follia sia sufficiente a sostenere la qualità di una pellicola, e per capirlo bisogna dividere in tre parti la nostra “visione”. Prima di continuare però, anticipo che la recensione non contiene spoiler, e se volete la lista completa di attori e personaggi apparsi nel film, vi invito a leggere questo articolo.
Questo è un film Marvel.
Contiene una quantità inusitata di personaggi, si collega a svariate trame di pellicole e serie precedenti, vanta attori ad alto bugdet, effetti speciali eccellenti e in generale tutti i milioni che si possono ottenere dal salvadanaio Disney. Bisogna mantenere salda la trama orizzontale, soprattutto ora che Kang il distruttore è stato… beh, distrutto, e inserirsi nella “linea temporale” dando continuità alle storie degli Avengers, inserendo gli X-Men e lasciando indizi su ciò che saranno le prossime fasi dell’MCU.
Il risultato è stato portato a casa?
Sì e no. La sfilata di attori che ha ripreso anche per pochi istanti ruoli interpretati anni (e anni) fa, per alcuni è stata ostica da comprendere; al di là dei nomi più importanti, non è facile riconoscere questo o quel mutante che appare per pochi minuti sullo schermo già saturo di personaggi. Oltre a questo, sembra che nonostante tutto si sia scelto di non andare poi così avanti con la storia. Per carità, accadono molte cose in Deadpool, ma potrebbero non essere così fondamentali nell’economia dell’MCU. Per capirci, non puoi vedere Endgame senza aver visto Infinity War, ma non muore nessuno se ti sei perso Shang Chi.
Questo è un film su Wolverine.
Ostilità, grugniti, sigari, alcool e sensi di colpa. Hugh Jakcman non ha mai smesso di essere Wolverine, nemmeno quando cantava e ballava nei musical; il ruolo che non è più un personaggio, ma un alter ego del goffo piacione di mezza età che è nella realtà. In questo film, complice una chimica pazzesca con Ryan Reynolds, riesce a diventare completamente Logan. Un Logan che però si può ancora salvare, che ha perso tutto ma ha ancora quella scintilla, quella voglia di combattere nascosta sotto ettolitri di alcolici e sensi di colpa, così ricco di sfaccettature e profondità che quando finalmente indossa la sua canonica maschera, ti rendi conto che forse neanche ne aveva bisogno.
Ma cazzo, che momento epico!
Questo è un film di Deadpool.
E ci voleva tanto? Se vai al cinema a vedere Deadpool non cerchi sicuramente l’eccesso operistico di Endgame, le gloriose scene in cui tutti fanno cose fighe mentre in sottofondo si sentono tamburi e tromboni. No, qui si parla di buchi di culo, si ammazza gente mentre un successo pop anni ‘90 dà il ritmo agli schizzi di sangue e alle spade infilate in faccia.
Ryan Reynolds prende a pedate sui testicoli qualsiasi ostacolo si frapponga tra Wade Wilson e la parte nobile dell’universo Marvel; sa perfettamente che è tutto assurdo, ridicolo e privo di senso, ma posso sentirlo gridare “fanculo, divertiamoci a farlo e come và và”. Parte del divertimento è che quando non demolisce l’universo Marvel, lo celebra con veemenza, restituendo allo schermo personaggi perduti da tempo, vittime della continuità, degli investimenti o dei recast e che fino a ora erano solo un barlume di quella che si dice un’idea “in fase di sviluppo”.
Per concludere
Sebbene la storia possa avere l’integrità strutturale di un post it, la connessione tra Jackman e Reynolds è reale e potente. Guardandoli attentamente, tra le infinite scene di combattimento e l’onda di cameo, è pieno di momenti in cui Reynolds abbandona il trucco per parlare non con Wolverine, ma con il suo amico, al punto che è difficile distinguere l’attore dal personaggio. Questo film è la festa di Deadpool. È una rivolta volgare e, come ogni bella festa, potresti non ricordare tutti i dettagli il giorno dopo, ma saprai di esserti divertito come un animale.
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.