I morti sono tornati! Di nuovo! Dopo la fine di The Walking Dead ho avuto giusto il tempo di piangere l’immane perdita, che Dead City ha trascinato due personaggi principali direttamente a New York in una miniserie/spin off che ancora non sono riuscita a inquadrare bene.
Fa schifo come World Beyond? È priva di logica come Fear? È splendidamente folle come TWD? L’unica certezza, al momento, è che hanno concentrato nel primo episodio un casino di gente, posti e situazioni che non sono facili da assimilare, né da comprendere.

La trama parte così: circa due anni dopo i fatti del Commonwealth, Hershel viene rapito, e Maggie si fa aiutare da Negan per andarlo a salvare nientemeno che a Manhattan. Che uno dice: ma di tutti gli stronzi a cui potevi chiedere, tipo Carol, Daryl, Yumiko, Jerry, Mercer e via dicendo, vai proprio da quello che ti ha ucciso il marito? Ok, ok, c’è una “ragione” (gesticolando le virgolette con sarcasmo), ma non sta granché in piedi. È solo fanservice, e neanche tanto piacevole.
È palese che Negan dà il meglio di sé quando può esprimersi, e avere la dottoressa Scopainculo che lo minaccia ogni minuto, non lo valorizza affatto; Maggie dal canto suo è musona e basta. Ci sta, per carità è normale vista la situazione, ma alla lunga è difficile da sopportare: se fosse una serie corale verrebbe compensata dal resto del cast, come in The Walking Dead, qui invece è davvero un muro.
Quando si è conclusa la serie madre, i due erano “Ok”, non c’era stato il perdono (coerente), ma si era giunti a una tregua; si coesiste limitando la vicinanza, e invece in Dead City si ricomincia daccapo completamente a caso. I personaggi continuano a ricadere nello stesso schema stagnante, privando la storia di ciò che avrebbe potuto darle freschezza insieme alla nuova ambientazione. Fuori dai boschi della Georgia, finalmente, affrontiamo i vaganti in una confusa giungla urbana piena di pericoli e persone sempre più spaventose; di nuovo i vaganti tornano a essere marginali rispetto al nemico umano, e sembra sia stata accantonata la faccenda della loro evoluzione, sfiorata un paio di volte nella serie madre.
Ai due protagonisti si uniscono un’attrice che muore inaspettatamente presto, un super cattivo europeo, tre marshall, una ragazzina, e mi è sembrato di intravedere una vecchietta, ma non sono sicura.
In tutto questo, la compagna di Negan e il figlio che portava in grembo alla fine dell’undicesima stagione al momento “non ci sono”. Stiamo a vedere che fine hanno fatto, porelli.

The Walking Dead: Dead City assottiglia il gregge, consentendo una storia più serrata e focalizzata sui protagonisti chiave, e ambientare le cose in una metropoli porta la trama finalmente fuori dai terreni agricoli, ormai triti. Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan hanno ripreso pieno possesso dei loro personaggi con sicurezza, tuttavia guarigione e perdono ottenuti a fatica durante l’ultima stagione di The Walking Dead vengono totalmente annullati, il che fa sembrare Dead City una scappatoia improvvisata per portare avanti la loro storia.
I Salvatori sono tornati, bisogna capire però se ne è valsa la pena: proviamo a dargli una possibilità (e speriamo non sia sempre ambientato di notte che non si vede una mazza).
Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.