Chicago PD è giunto alla fine della sua decima stagione che ha visto l’abbandono di uno dei suoi protagonisti storici: il detective Jay Halstead… e cavolo se è strano vederlo senza di lui, come vi ho già detto qui.
Jay è andato via. Fine recensione… ah no, devo continuare vero? Purtroppo è come se mancasse qualcosa, non è bastato che Jesse Lee Soffer abbia diretto l’episodio 16, la sua assenza si sente eccome. Era una delle colonne portanti dello show con la sua integrità morale. Halstead però ha capito che stava perdendo se stesso ed è dovuto andare via per ritrovarsi, ma ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di tutti
Soprattutto in Hailey che si butta a capofitto nel lavoro fino a sfinirsi, per non tornare in una casa vuota a soffrire per la partenza del marito. Vuole qualcosa da salvare perché secondo me non è riuscita a farlo con quello che aveva con Jay.
Tuttavia il dolore fa affrontato, non si può scappare per sempre. A farle aprire gli occhi ci pensa Voight quando le dice chiaramente che va bene lasciare andare se sei l’unica a combattere e lei… non ve lo dico.
Hailey e Hank si sono avvicinati molto, hanno quasi un rapporto padre-figlia oltre che professionale. Ora sono uno la spalla dell’altra.
Quando il sergente si mette in gioco e gli si chiede di interessarsi a un caso, lui fa di tutto per aiutare perché sa che il lavoro che fanno ti può logorare dentro e può farti perdere le persone che ami.
Hank torna il vecchio Hank che fa di tutto per ottenere giustizia, ma questa volta con l’aiuto dei suoi ragazzi. Ha imparato la lezione e cioè che il nascondere le cose gli fa perdere pezzi… ogni riferimento a Jay è puramente casuale. Tende la mano a tutti e non li lascia soli. Combatte come un leone quando qualcuno dei suoi ragazzi è colpito, rapito, nei guai. Non vuole perdere nessuno di loro
Forse una piccola impronta del detective Halstead è rimasta nel suo pupillo, nonché ultimo acquisto dell’Intelligence: Dante Torres. L’agente viene istruito da tutti forse proprio per continuare questo legame e lui cerca l’appoggio della squadra e di farsi strada. Torres ha due anime: quella che vuole proteggere gli abitanti del suo quartiere e quella del poliziotto che vuole fare le cose per bene. È bravo nel suo lavoro, cerca anche di portare alla luce la corruzione che regna in alcuni ambienti della polizia, ma a volte deve fare buon viso a cattivo gioco per fare giustizia e non farsi stroncare la carriera.
Mi piace come personaggio e scopriamo di più sul suo passato che non è proprio così limpido. Ma a Voight non dà fastidio, anzi…
Deve essere molto difficile andare sotto copertura, mettere la tua vita in stand by, stare lontano da chi si ama per cercare prove per incastrare qualcuno che ha commesso qualcosa. Adam ne è letteralmente logorato, ma come al solito è capace di sacrificare se stesso per salvare chiunque, anche chi non se lo merita.
È un personaggio bello e positivo, e quando Mack lo chiama papà per la prima volta… la sua faccia è stata bellissima. Commovente. Finalmente anche Kim si rende conto della persona speciale che è, infatti loro due hanno un nuovo sviluppo. Lui le sta vicino nel superare il suo disturbo da stress post traumatico per lo sparo di un anno fa (anche se trovo una stupidata che nel frattempo Kim possa lavorare attivamente). Ha deciso di andare in terapia per uscirne perché si sente intrappolata. Non può smettere di essere una poliziotta e deve farlo anche per la figlia. No lei, non mi piace.
Altro personaggio che non proprio non sopporto è Kevin, il maiunagioia continuo. troppo perfettino. Lui e suo padre Lew si riavvicinano dopo che l’uomo è uscito di prigione. Provano a riallacciare i rapporti, il padre voleva essere ricordato come un uomo buono, non come un criminale, per questo non lo ha mai cercato. Ci riusciranno?
Kevin ha detto una sola cosa giusta per me: spiegato perfettamente cosa sia essere un poliziotto in Chicago PD:
Cogliere i segnali quando si entra in una stanza. Sentire l’ansia, la tensione e la violenza. Ma bisogna lasciarle andare per non esserne sopraffatti. In una sola parola: empatia.
I casi seguiti hanno riguardato sempre le solite cose: stupri, rapine, droga, giochi di potere, rapimenti, traffico di minorenni a scopo sessuale… ciò che è evoluto sono state le storie dei personaggi, quest’anno ancora di più delle altre volte.
Dopo aver impiegato dieci stagioni per scoprire che il vero nome di Voight è Henry e il finale che ci lascia con il fiato sospeso per la sorte di qualcuno, vi do appuntamento alla prossima stagione di Chicago PD.
Prediligo i fantasy e gli storici ma non disdegno ogni tanto zampettare tra thriller e polizieschi. Sono molto timida ma a volte non lo posso nascondere… gote rosse e occhi a cuoricino non mentono. Regalatemi una fontana che sgorga continuamente cioccolato e mi farete molto felice. Mi piacciono anche i libri e lo sport, ma odio gli zombie!