Jurassic World: nuove avventure, o Campo Cretaceo, è il miglior modo di sopportare l’attesa per l’uscita di Dominion, prevista a giugno 2022.
Questa serie animata, composta al momento da quattro brevi stagioni e disponibile su Netflix, ci riporta a Isla Nublar nei giorni in cui la fuga dell’Indominus Rex ha causato la chiusura definitiva del parco, e ci racconta la folle lotta per la sopravvivenza di sei giovani campeggiatori molto diversi l’uno dall’altro.

Darius, Brook-Lynne, Ben, Yasmina (Yaz), Kenji e Sammy hanno caratteri opposti che li portano fin da subito a essere in conflitto tra loro, ma trovarsi in pericolo di vita li unisce in un modo che non avrebbero mai potuto immaginare. Le loro caratteristiche, così peculiari, li portano a trovare sempre soluzioni ingegnose e a cooperare per riuscire a fuggire dall’isola, che ormai è diventata per loro una trappola mortale.
La serie non lesina sulle guest-star, infatti nell’arco degli episodi compaiono l’Indominus Rex, nel bel mezzo della fuga dal suo recinto, la raptor Blue e la mia preferita: Guendalina (in famiglia la chiamiamo così) la T-Rex. Ci sono poi nientemeno che il dottor Wu, il Mosasauro, Toro il Carnotauro, un ibrido che non vi spoilero e tanti, tantissimi dinosauri a caccia di ragazzini.
Ironicamente, però, non sono le creature preistoriche il nemico più pericoloso.
Nel corso di 37 episodi i nostri protagonisti vivono momenti di grande crescita personale, che li portano a evolversi come individui e come gruppo, preparandoli alle prossime avvincenti, spaventose, avventure.

Campo Cretaceo è una serie che invita i giovani spettatori a riflettere su temi complessi, come la violenza sugli animali, la caccia e la conservazione delle specie; più di una volta i ragazzi si trovano a dover scegliere se soccorrere un dinosauro in difficoltà o se mettersi in salvo, o ancora ottenere risorse vitali a discapito di una creatura. La serie si prende anche la libertà di indugiare sulla dolcezza che una madre Tirannosauro può riservare alla figlia: nonostante i loro artigli affilati e i denti orribilmente terrificanti, questi dinosauri sono ancora semplici animali spaventati che proteggono il loro territorio.
La serie ci riporta ai vecchi Jurassic Park, quando Alan Grant e Ian Malcom correvano nella giungla per sfuggire a spinosauri e pteranodonti, terrorizzati dai carnivori e al contempo affascinati dai dolcissimi erbivori. Purtroppo, l’inevitabile svolta ipertecnologica che ha inficiato i due Jurassic World ha un grandissimo peso anche qui, a spese soprattutto del realismo.
Insomma: passino i dinosauri, ma strutture invisibili? Elettricità a pacchi su un’isola deserta?
Andiamo!
La storia che ci viene raccontata è adatta a un pubblico giovane, ma non mancano momenti di pura adrenalina in perfetto stile Jurassic che rendono godibile la visione anche agli adulti; la quarta stagione, in particolare, aggiunge però una nota di crudeltà che ho trovato in un certo senso eccessiva.
Il fatto che ogni stagione si concluda con un cliffhanger è un vero tocco di classe per invogliare gli spettatori a non interrompere la visione.

Il mio biglietto da visita sono grandi occhi cerulei e un sorriso affettuoso, caratteristiche perfette per mascherare umorismo triviale e un sarcasmo che altrimenti mi metterebbe in guai seri.
Mi piacciono i dinosauri, gli zombie e il formaggio; sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma adoro anche rivedere i classici della mia infanzia.
E il formaggio.