Cabinet of Curiosities è la serie antologica ideata da Guillermo del Toro e in streaming su Netflix dal 25 ottobre.
Gli otto episodi si ispirano a racconti horror che spaziano dal gotico, al fantasy, al macabro e dietro alla loro realizzazione ci sono registi e sceneggiatori scelti personalmente dal regista della Forma dell’acqua.
Nei secoli passati, quando il mondo era pieno di mistero e viaggiare era riservato a pochi eletti nacque una nuova forma di collezionismo: la camera delle meraviglie. Queste collezioni potevano essere tenute in un edificio, in una stanza o in un mobile particolare.
Collezioni private in cui si potevano trovare i libri, dipinti o reperti di storia naturale e innaturale un dente di drago, una sirena delle Fiji, il Corno di un unicorno e dietro ognuno di essi una storia ci si poteva imbattere in qualcosa di grande come un’armatura o di piccolo come un mazzo di chiavi.
– Cabinet of curiosities –
Gli episodi di Cabinet of curiosities
La visita
È diretto da Panos Cosmatos.
Un romanziere, un’astrofisica, un musicista e un medium vengono invitati dall’enigmatico milionario Lionel Lassiter (Peter Weller) a visitare la sua magione per investigare su una misteriosa roccia di origine sconosciuta.
A mio avviso il più brutto di tutta la serie, troppo visionario. Fuori dal coro, forse un po’ troppo…
I sogni nella casa stregata
Si basa sul racconto di Lovecraft ed è diretto da Catherine Hardwicke.
Walter (Rupert Grint) perde sua sorella gemella quando era solo una bambina e non riesce mai a superare la sua morte. Ormai grande, inizia a lavorare per un’associazione che si occupa di paranormale con la speranza di poter trovare un medium capace di comunicare con la sorella.
Una delusione totale. Non so cosa sia andato storto, ma tra i due episodi sui racconti di Lovecraft questo è sicuramente il meno riuscito.
Lotto 36
È ispirato da un racconto di Guillermo del Toro ed è diretto da Guillermo Navarro.
Nick (Tim Blake Nelson) è un veterano razzista e rancoroso, che per ripagare i debiti contratti compra box abbandonati e ne rivende il contenuto. Un giorno acquista il lotto 36 e trova un bellissimo tavolo decorato da simboli arcani, ciò che scopre lo porterà in un mondo pieno di mistero ed esoterismo.
Mi è piaciuta molto la fotografia e i dettagli di alcune scene. L’originale uso della luce, che si solito salta nel momento di maggior tensione, viene sostituito da un circuito a tempo che ne aumenta la suspense. Peccato per il finale e la gestione dei minuti, qualcuno in più non avrebbe guastato.
L’apparenza
Si basa su un racconto di Emily Carroll ed è diretto da Ana Lily Amipour.
Stacey (Kate Micucci) è una cassiera di banca stramba e bruttina, spesso ignorata dalle colleghe superfighe e alla moda. Neanche l’invito dal party di Natale di Gina l’aiuta a integrarsi nel gruppo. Tornata a casa demoralizzata e umiliata dall’esperienza, si butta sul divano e si lascia convincere dalla pubblicità di una crema miracolosa che promette di renderla bellissima.
Ho trovato bravissimi Kate Micucci, che ha saputo rendere spaventosamente inquietante e folle la protagonista, e Martin Starr nella parte del marito premuroso. Ho apprezzato molto la regia, soprattutto nei primi piani, e l’uso del colore che arricchisce le scene e gli abiti.
I ratti del cimitero
È tratto da un racconto di Henry Kuttner ed è diretto da Vincenzo Natali.
Siamo a Salem, in Massachusetts, Masson (David Hewlett) è un profanatore di tombe che entra in competizione con i ratti del cimitero, capaci di depredare i cadaveri prima del suo arrivo.
Ho amato l’ambientazione vittoriana e le atmosfere cupe che accompagnano il nostro protagonista lungo tutto il racconto. L’interpretazione di David Hewlett, divertente e carismatica, rende scorrevole una storia che di innovativo ha ben poco, ma che gli amanti di Lovecraft apprezzeranno.
Il modello di Pickman
Si basa sul racconto di Lovecraft ed è diretto da Keith Thomas.
Will Thurber (Ben Barnes) è un giovane studente di belle arti la cui vita verrà rivoluzionata con l’arrivo di un nuovo studente, Richard Pickman (Crispin Glover), i cui quadri particolari sembrano contenere un terribile segreto.
Un omaggio a Lovecraft, ricco di atmosfere cupe, sangue e demoni. Proprio come I ratti del cimitero, resta però sul classico senza strafare.
Il brusio
È tratto da un racconto di Guillermo del Toro ed è diretto da Jennifer Kent.
Nancy (Essie Davis) ed Edgar (Andrew Lincoln) sono due ornitologi, che per allontanare i pensieri dalla loro recente perdita decidono di soggiornare in una remota villa, ma una volta arrivati la storia dei proprietari della casa inizia a ossessionare Nancy.
Un viaggio nella psiche umana, nelle parole non dette e nel dolore. I demoni in questa storia sono soprattutto interiori, Essie Davis e Andrew Lincoln sono stati bravissimi.
L’autopsia
Si basa su un racconto di Micheal Shea ed è diretto da David Prior.
Il Dottor Carl Winters (F.Murray Abraham), un anziano anatomopatologo, si reca in una cittadina per fare delle autopsie su un gruppo di dieci uomini uccisi da una esplosione in una miniera.
L’autopsia mantiene le stesse atmosfere cupe dei precedenti episodi, ma ciò che lo contraddistingue è l’inaspettato finale. L’azione viene sostituita da lunghi dialoghi che tuttavia non ne penalizzano la riuscita, creando comunque tensione nello spettatore.
Avete presente quando inizia a piacervi un personaggio e dopo cinque minuti muore o quando alla fine di una serie che vi è piaciuta tanto ne annunciano la cancellazione? Ecco, quello è il mio mai una gioia personale. Ho un talento naturale nel trovare le brutture più indicibili da guardare e dopo averlo fatto mi consolo divorando patatine e horror.